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RASSEGNA STAMPA. De Laurentiis: “Via l’Europa League che non è interessante”

Il numero uno del Napoli predica una grande riforma del calcio europeo e lancia la sua idea….

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DE LAURENTIIS AurelioLa Gazzetta dello Sport (F. Licari). Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha parlato di riforme del calcio e soprattutto ha mostrato tutta la sua contrarietà all’operato di Michel Platini e, con dati alla mano, conferma la sua idea, già lanciata in passato,  di voler creare una Champions League allargata, eliminando l’Europa League. Ecco i punti salienti dell’intervista.

Non vuole l’Europa League e sostiene che la Champions può fatturare il triplo. Possibile che l’Uefa sia così sprovveduta?
“Tra una partita di cartello di Europa League e una di campionato, la gente sceglie la seconda e gli stadi restano semivuoti. E qui non c’entra l’inadeguatezza dell’impianto. Il San Paolo è obsoleto e ha bisogno di una pesante ristrutturazione, ma l’altro anno è stato il secondo incasso d’Italia. Anche in tv la gente preferisce la Champions. Del resto, se l’Uefa raccoglie 1,3 miliardi per la Champions e 210 milioni per l’Europa League, vuol dire che per le tv questo torneo non è interessante. Che senso ha tenerlo in piedi? Sostituiamolo con una Champions a 64 squadre dove Italia, Germania, Francia, Spagna e Inghilterra ne abbiano 6 a testa”.

Il rischio è quello di un calcio di ricchi e per ricchi, non solidale: tutto il contrario di quello per cui sta lottando Platini.
“Platini è una brava persona, ma non è detto che quello che lui dice sia la verità assoluta. Sono critico verso Michel, pur stimandolo, per richiamarlo ai suoi doveri: non può pensare che in Europa abbiamo tutti le stesse esigenze. Dovrà modulare i tornei in modo da lasciare in equilibrio i bilanci dei club che investono e portano più spettacolo, permettendo il rispetto del fair play da lui inventato e tanto sbandierato”.

Lei cosa farebbe?
“Se fossi Platini, chiederei ancora a tutte le federazioni e leghe un campionato nazionale a 16 squadre: permetterebbe meno gare e meno spese per i tifosi, che investirebbero più in Champions, liberando così date per l’Europa. Poi unificherei Serie B e C, con giocatori soltanto di 17-20 anni che possano essere utili alla A, eliminando le “Primavera”. Ma se l’Uefa continua a vendere diritti tv di Champions, anzi a svenderli, invece di commercializzarli direttamente agli spettatori, non si aumenterà mai il fatturato. E se la Cina e il Brasile si mettono a investire sul serio, diventerà difficile competere. È una vecchia mentalità che ha sempre il sopravvento: vuole un esempio?”.

Prego.
“Cinque anni fa, quando il Napoli è rientrato nelle coppe, nessuno voleva comprare la gara di Intertoto con il Panionios. “Non vale niente, questa roba non la compriamo”, mi dicevano. Bene, ho distribuito personalmente i diritti, creando un biglietto virtuale da 10 euro in pay-per-view per i privati, 99 euro per i bar. Risultato: più di un milione di euro per il Napoli. Con le nuove tecnologie si possono decuplicare i ricavi dello stadio virtuale”.

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