INTERVISTE
Pedro: “Sarri è una persona sincera. Conosco bene Mourinho…”
LAZIO PEDRO INTERVISTA – Pedro ha rilasciato una lunga intervista a Sportitalia, in cui ha ripercorso la sua straordinaria carriera, raccontando anche l’impatto con il mondo Lazio. Lo spagnolo ha anche risposto alle parole di Mourinho, che dopo il derby lo aveva definito “un nuotatore”.
LEGGI ANCHE —> Mandas supera Sepe nelle gerarchie: può giocare in Coppa Italia
Lazio, le parole di Pedro
Ti abbiamo visto tante volte inquadrato dopo i gol e dopo l’esultanza. Eri partecipe, insomma è una sorta di amuleto, una spinta adrenalinica, una carica che hai e trasmetti.
“Sì, penso sia stato un amuleto qui in Italia. Dopo le partite, quando andiamo sotto la Curva Nord, c’è questa canzone. Ripeto, per me è speciale. Un’esperienza che mi terrò per tutta la vita”.
Per tenere tutti i tuoi numeri non basterebbe un blocknote intero perché hai dei record e dei primati che dal mio punto di vista, a parte i 25 titoli, sono difficilmente eguagliabili. Balza all’occhio la famosa storia del 2009 quando sei stato il signore ad aver segnato in sei manifestazioni europee. Un record che Messi ha eguagliato due anni dopo.
“È stato incredibile fare quel record. Credo che all’epoca fossi il primo ad averlo fatto nella storia, poi è vero che Messi l’ha eguagliato. Eppure posso dire di averlo fatto prima di lui, immaginando quello che significa Messi nel mondo del calcio. È stato straordinario, incredibile, un’emozione molto grande. Sempre con la mano di Guardiola al Barcellona, resta speciale”.
Come nasce il tuo rapporto con Sarri?
È sempre stato bello, una persona sincera che dice sempre le cose in faccia. Questa è la caratteristica che mi piace tanto di lui. Poi ha molto carattere e punta sempre a vincere e migliorare la sua squadra, facendola progredire con passi avanti. Anche la sua idea di gioco, con il fine di mantenere il possesso e creando occasioni da gol, mi è sempre piaciuta”.
L’editoriale che Sarri ha fatto di Pedro è il seguente: “Tecnico, rapido, disponibile. Ho un debole per questo tipo di giocatore. Ha vinto tutto, è stato sottovalutato nella sua carriera”. Che significa sottovalutato? Hai vinto 25 trofei…
“Sottovalutato no, magari sul piano mediatico non si parla tanto di me come di altri giocatori. Ma non sottovalutato, penso che la mia carriera sia stata bella. A livello mediatico, magari, si parla di più di giocatori che hanno vinto meno. Credo intendesse questo il mister”.
Al Chelsea incontri Mourinho. Come ti sei trovato con lui?
“Bene, bene. Un allenatore che ho sempre rispettato. È un tecnico forte che ha vinto tantissimi trofei in carriera. Poi l’ho trovato al Chelsea, mi ha dato l’opportunità di giocare in una bellissima squadra, pure di vincere tanti trofei al Chelsea e per questo lo ringrazio”.
Dopo il derby, finito 0-0, Mourinho dice: “Un grande giocatore, però potrebbe anche fare il nuotatore”. È la tua prossima carriera?
“Sì, sì. Quello mi fa ridere. Perché sappiamo tutti com’è Mou, l’ha fatto anche in passato. Dice una cosa, ne dice un’altra. Mi ricordo quando abbiamo vinto contro il suo Real Madrid disse altre cose, quando abbiamo battuto il suo United 4-0 (ero al Chelsea), ne ha dette altre ancora. L’anno scorso, nei derby di Roma, ne ha dette altre ancora. È sempre così, quando non parla dell’arbitro parla del calendario, di un giocatore che si butta a terra. Lo conosco molto bene, è un uomo molto divertente. L’ho presa con molto fair play perché so che utilizza le parole per stemperare la grande tensione del derby. Lo conosco molto bene, avendolo avuto da allenatore”.
Sei diplomatico come quando giochi. Una serpentina e un dribbling e mi hai spiegato perché non è andata bene. Nell’estate 2021 tirammo fuori la notizia incredibile: “Pedro dalla Roma alla Lazio”. Quanto tempo prima l’hai saputo?
“La storia è nata in conferenza stampa, perché si diceva che io fossi fuori rosa. Così tante squadre hanno iniziato a chiamare, una di queste era la Lazio. Sarri in persona mi chiese: “Che succede? Ho visto che stai fuori rosa e che hai un problema con il club”. Io gli risposi che non sapevo il motivo di questa decisione del club e che mi stavo allenando con la Primavera. Mai ne avevamo parlato. Voleva capire cosa fosse successo perché, conoscendomi molto bene, sa che mi alleno sempre al massimo. Sono un professionista in questo. Per me è stato difficile affrontarlo. Quando ho visto la realtà ho iniziato a pensare a come comportarmi, parlando diverse volte con il club. Con Mourinho non ho parlato. Volevo parlare con la società, ma mi hanno detto che non era possibile”.
Quando ti chiama la Lazio decidi in 10 minuti.
“Dopo tre settimane, il mercato stava chiudendo, parlai con Sarri che mi disse: ‘Vieni qua che c’è posto per te’. Io avevo già lavorato con lui e ho colto l’opportunità di giocare in una squadra storica”.
Dopo 4 giorni giochi subito titolare a Empoli. Un nastro che riparte con una nuova storia.
“Sì, lui mi conosce molto bene e sapeva che fossi pronto per giocare e per dare una dimostrazione nella nuova avventura della mia carriera. Per questo sapeva che ero pronto a iniziare. Appena arrivato giocai titolare a Empoli, non era facile perché non avevo ancora giocato nella pre-season. Ma ho messo tanta voglia”.
Che ambiente hai trovato alla Lazio? Qual è il tuo rapporto con Lotito?
“Ho trovato una squadra che mi ha fatto rinascere, prendere molta energia e forza come giocatore. Mi sono sentito subito a casa in tutto e per tutto sin dall’accoglienza dei giocatori al primo allenamento. Anche i tifosi e lo staff mi hanno accolto molto bene. Per me è stato speciale e mi ha dato la giusta energia per dare il massimo. È andato tutto benissimo, non posso dire il contrario. Questa squadra è una famiglia, mi fa stare bene. Sono rinato, l’ho sempre detto, come giocatore e anche come persona. Nella storia della mia carriera mi ha fatto essere più forte”.
Che idea ti sei fatto di questo momento? Partite male, perdete due partite che sulla carta non avreste dovuto perdere. Poi la tendenza è: “Cerchiamo di recuperare questo gap facendo un filotto”. Ora siamo nella sosta e ripartirete con un calendario, sulla carta, più morbido. Siete ancora in tempo per recuperare questo campionato?
“Penso di sì, noi vogliamo recuperare in classifica, essere attaccati alle prime. E’ vero che abbiamo iniziato male, poi quelle due partite che sulla carta avremmo dovuto vincere, ma ogni gara è complicata e ogni partita a una storia a sé. Non conta il nome delle squadre. Vogliamo continuare su questa strada intrapresa nelle ultime partite complicate, cercando di trovare la continuità che penso stia mancando in questo momento. Abbiamo tutto per farlo, con i nuovi che sono molto forti e si stanno adattando molto bene alle richieste di Sarri. Manca questa continuità di gioco e risultati per essere lì in classifica”.
Compirai 37 anni il prossimo luglio. A Tenerife ci sono manifesti ogni giorno: “Vogliamo Pedro”. Sembra una petizione popolare, manca soltanto un dibattito no-stop ogni giorno. Hai deciso il tuo futuro?
“No, non ancora, è difficile. L’età è molto importante, è l’ora di prendere una decisione per il mio futuro, ma per ora penso alla Lazio. Mancano ancora tante partite in questa stagione, dopo vedrò cosa potrò fare. Al termine di questa stagione sicuramente parlerò con il presidente, voglio parlare anche con Sarri, che spero possa continuare qui; poi vediamo cosa possiamo fare”.
-
ACCADDE OGGI17 ore fa
Accadde oggi, 21 novembre: la nascita del testimone muto Ghedin
-
ACCADDE OGGI2 giorni fa
Accadde oggi, 20 novembre: prime volte per Di Vaio e Rambaudi
-
ACCADDE OGGI2 giorni fa
Accadde oggi, 19 novembre: Mauri stende il Messina
-
ACCADDE OGGI2 ore fa
Accadde oggi, 22 novembre: l’eroe Gazza torna a casa