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“Grande e Maledetta, la Lazio del ’74”: il documentario biancoceleste
GRANDE E MALEDETTA LAZIO – Immagini sbiadite. Qualcuna in bianco e nero, talaltra restaurata, a colori. Scorrono gli articoli di giornale. E le voci dei protagonisti iniziano il racconto. Sono due gli aggettivi che la produzione di Sky ha scelto per descrivere la Lazio scudettata: grande e maledetta. Parole, sfumature, incisi che nascondono una storia che meritava di essere raccontata. Una storia di calcio.
“Grande e maledetta”: la storia della Lazio del ’74
Il riassunto della prima puntata
Lo speciale ideato da Sky sulla Lazio del ’74 è articolato in tre puntate. La prima è dedicata al prologo. Lo Scudetto è lontano. Sono gli albori. Tommaso Maestrelli sceglie la Lazio, nonostante venga dalla B. E nasce la magia. Scorrono le immagini degli allenamenti. Si iniziano a delineare i contorni di una squadra storica. I protagonisti, Oddi, Nanni, Martini, parlano di sedute rabbiose, dove nessuno tirava indietro la gamba. Ingrediente indispensabile per arrivare carichi alla domenica e dare il massimo in campionato. Non mancano gli aneddoti. Le partitelle con gli Allievi dove nessuno voleva perdere. Il rapporto con i nazionali di tennis. O alcuni ospiti d’eccezione, come il figlio dell’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone. Senza dimenticare, naturalmente, i momenti iconici di Lazio – Foggia, la partita che regalò al popolo biancoceleste il primo Scudetto della sua storia.
Le storie e gli aneddoti
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Il riassunto della seconda puntata
Meno aneddoti, più approfondimenti. La seconda delle tre puntate dedicata alla Lazio del ’74 è dedicata allo spogliatoio. Le leggende su quella squadra, al tempo magica e vincente, si sprecano. Si parla di armi, il passatempo di Wilson e compagni, ma soprattutto di spogliatoio diviso in due. C’erano due clan. I quali però, quando dovevano scendere in campo, divenivano cosa unica. Come contro l’Ipswich, la partita che costò ai biancocelesti l’esclusione dall’Europa per diverso tempo. Inevitabile, infine, un approfondimento sul “dito puntato verso la Sud” di Chinaglia.
Il riassunto della terza puntata
Grande e maledetta. Sono gli aggettivi scelti per questo documentario. Uno spaccato in tre puntate che, dopo aver raccontato della grandezza della Lazio del ’74, si conclude con la parte dedicata alla maledizione. L’ultimo capitolo è dedicato a chi non c’è più. A Felice Pulici, Pino Wilson, Giorgio Chinaglia, Tommaso Maestrelli e Luciano Re Cecconi. All’eccezionalità che due di loro, Wilson e Chinaglia, siano seppelliti con il loro allenatore e condottiero. Alla Lazialità, il sentimento che unisce tutti i loro figli e che il presidente Lotito vuole tramandare alle nuove generazioni di laziali.
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