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ROSSI: “Non accetto lezioni da Burdisso: è uno scorretto”
IL MESSAGGERO (G.De Bari) – Delio si difende dopo il gestaccio: ho esegarato ma non sono un mostro…
IL MESSAGGERO (G.De Bari) – Nell’edizione odierna, ‘Il Messaggero’ propone un’intervista esclusiva a Delio Rossi. Il tecnico della Sampdoria, autore del gesto volgare all’indirizzo di Nicolas Burdisso domenica scorsa, spiega i motivi che lo hanno indotto a tale reazione. Ecco alcuni estratti dell’intervista:
LA MOTIVAZIONE DI ROSSI – «Perchè l’ho fatto? Perché non accetto di essere insultato senza motivo. Stavo dando disposizioni tattiche ai calciatori in campo quando Burdisso si è rivolto verso me, insultandomi da lontano. Ma come può un professionista comportarsi in quella maniera verso un allenatore? Se voleva provocarmi c’è riuscito in quanto ho reagito male, purtroppo sono fatto in questo modo: quando vengo insultato non riesco a restare calmo. Colpa anche del nervosismo e dell’adrenalina».
IL PENTIMENTO – «Mi rammarico per quello che è successo domenica. A mente fredda dico di aver sbagliato, perché avrei dovuta evitarla così non finivo ancora nel mirino della critica. Però, nel pieno di una situazione movimentata e nervosa, non ho avuto la forza per trattenermi. E’ stata una reazione istintiva: stavamo vincendo, la partita era finita: che motivo avrei avuto di fare quel gesto senza motivo?».
IL RAPPORTO CON BURDISSO – «Se c’è stato qualche screzio prima? Assolutamente no, è la prima volta che capita un episodio del genere. Per quanto mi riguarda, in carriera, non ho mai parlato male né di un collega, né di un calciatore avversario. Rispetto tutti e voglio essere rispettato. Se penso di scusarmi con il giocatore? No, proprio no. E perché dovrei farlo? Non è certo Burdisso che può impartirmi lezioni di comportamenti: uno che dà gomitate e sputa deve solo stare zitto. Gli esempi nel mondo del calcio sono ben altri: Maldini, Del Piero, Pirlo, non lui. Sono molto dispiaciuto per il gestaccio, che non era diretto ai tifosi giallorossi, per i quali nutro rispetto, però non ho alcuna intenzione di scusarmi con l’argentino».
LA SQUALIFICA DI DUE GIORNATE – «Non cerco alibi: ho sbagliato e pagherò per quello che ho fatto. Sia con una multa della mia società, che verrà devoluta in beneficenza all’ospedale Gaslini di Genova. Sia con la squalifica, che spero venga ridotta dopo il ricorso».
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