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Liverani: “La Lazio ha chiuso un ciclo e credo che sia stato giusto per tutti”

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Fabio Liverani in panchina.

LIVERANI INTERVISTA LAZIO- L’ex biancoceleste Fabio Liverani, oggi allenatore, ha rilasciato un’intervista a Radiosei. I suoi pensieri si sono concentrati sui cambiamenti in corso in casa Lazio: tanti senatori hanno salutato Formello, l’allenatore è nuovo ed è arrivato in sordina. Eppure, per ora, tutto sta funzionando. Ecco le sue considerazioni.

Le parole di Liverani nell’ intervista sulla Lazio

“È evidente che ogni società ha dei momenti storici, la Lazio per tanti anni è stata nell’Olimpo. Questo significa che la società è importante, quindi i giocatori devono sentirsi al top. Devono alzare l’asticella e crescere insieme alla squadra. Il tifoso è giusto che sogni e si affezioni, ma è altrettanto giusto che la società comprenda quando è il caso di cambiare qualcosa per ricostruire e dare entusiasmo. Ora la Lazio ha chiuso un ciclo con Milinkovic, Immobile, Luis Alberto, Felipe e credo sia stato giusto per tutti. Allo stesso tempo si è scelto un tecnico e lo si sta seguendo, mettendogli anche a disposizione giocatori funzionali”.

Liverani su Guendouzi e su Rovella

“Guendouzi e Rovella stanno vivendo un buon momento; bene entrambi ieri. In chi mi rivedo? Come caratteristiche non ce ne sono tanti come me. Se devo scegliere un calciatore dico Nico Paz, mancino anche se gioca più avanti. Mi piacerebbe allenarlo, ha qualità e intelligenza. Il mancino ha un qualcosa in più? Si dice ma di certezze non ce ne sono, sostengono che il mancino sviluppa una parte più estrosa e fantasiosa di un destro”.

Liverani su suo passato e sui suoi ex compagni

“Durante i miei anni si cercavano più gli esperti, non i giovani. Oggi la Primavera si vede in tv, prima no. Io in Primavera a Viareggio facevo 20-25 gol, ora i ragazzi che ne fanno 15 sono più seguiti. C’era meno visibilità, meno attenzione alle categorie minori e quindi era più difficile arrivare in A. Il giocatore più talentuoso con cui ho giocato? Sono tanti, Nesta, Crespo, Stankovic, Mutu. Crespo aveva eleganza, era speciale, faceva gol in tutti i modi. Il più forte che ho allenato è Dia, anche se non l’ho avuto molto. Nelle mie squadre un giocatore così non l’ho mai avuto“.

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