INTERVISTE
Fabiani: “Si fa mercato non per moda, ma per completare la rosa. E, al momento, non ci sono nomi adatti”
FABIANI INTERVISTA LAZIO- Il DS della Lazio, Angelo Fabiani, ha rilasciato un’intervista a Lazio Style Radio. Ecco le sue parole al canale ufficiale del club.
Le parole di Fabiani nell’ intervista sulla Lazio
Fabiani sull’indice di liquidità
“Non riguarda soltanto la Lazio, è qualcosa che riguarda tutte le società ed è facilmente risolvibile facendo uscite ed entrate. Questo non impedisce assolutamente alla Lazio di fare operazioni. Tutto va inserito nella politica di ciascuna società e questo è un altro tipo di discorso”.
Fabiani su come la Lazio sblocca il mercato
“Facciamo una premessa, per chiarirci. Abbiamo iniziato un percorso partito qualche tempo fa. Ebbi a dire, e non lo dico oggi, che questo percorso non poteva essere ristretto a qualche mese o un anno. Questo è un nuovo ciclo con una durata minima di tre anni. Credo che quest’estate mi sono preso la responsabilità, condivisa con proprietà e presidente Lotito, di dare vita a un nuovo progetto. Ricordo critiche giustificate perché costruttive, però quando c’è un modus operandi, lo deve attuare per il bene della società e dei tifosi. Questo è quello che abbiamo fatto. Bisogna ricordare che alla guida della squadra ci abbiamo messo Baroni, scelta mia condivisa con Lotito. Abbiamo iniziato un campionato che, al netto di qualche battuta d’arresto e qualche questione di casualità, vede un girone di andata importante. In Europa la Lazio si è contraddistinta, mancano due partite alla fine del girone e speriamo di evitare i playoff. Dico che questa squadra, alla guida di Baroni e lo staff, fino a oggi ha fatto qualcosa di positivo. Senza usare termini più eclatanti, come straordinario. A mio parare siamo andati sopra le aspettative iniziali. Se una cosa funziona, perché devo mettere a rischio con delle situazioni e innesti non considerati funzionali nell’immediatezza? Setacciamo il mercato h24, ma non abbiamo trovato a oggi una funzionalità nei ragazzi che abbiamo visionato. O, in altri casi, non abbiamo ritenuto che il rapporto qualità-prezzo fosse in linea con il valore che i nostri osservatori e il sottoscritto hanno dato al singolo calciatore. Abbiamo preso un 2005, del quale mi assumo la responsabilità dell’inserimento in prima squadra. Non mi sottraggo mai dalle mie responsabilità. Con Baroni abbiamo condiviso il solo Noslin, il resto sono state scelte mie e del mio staff. Oggi sento parlare di innesti e di indice di liquidità: noi faremo solo le cose che migliorano le cose tecnico-tattiche della rosa. A oggi non ne troviamo. Il mercato di gennaio è di riparazione, noi siamo partiti con quattro pneumatici e sono tutti gonfi, non ce n’è nessuno a terra. Se si presenterà un’opportunità per migliorare la rosa, non ci ti tireremo indietro e non ci fermerà l’indice di liquidità. Non uscirò dal modus operandi che sto usando da anni, non vado dietro alle sirene o a sentimenti di alcune genere. Anche se capisco che si possa ragionare in maniera diversa. Ricordo che la squadra dovrebbe chiudere il girone d’andata al quarto posto, i numeri devono valere sempre e non solo a piacimento. Si può migliorare, ma se si sbaglia qualcosa, peggiorare è un attimo”.
Fabiani sulla flessione di gennaio
“Io guardo in casa nostra. Questa squadra ha fatto, con Baroni, un ottimo lavoro. Il calciomercato non deve essere una moda, ma un’esigenza. Se c’è un’esigenza e la si può affrontare, la si fa”.
Fabiani su Belhayane, Fazzini e Casadei
“Ci perdiamo nella notte dei tempi. Noi non guardiamo soltanto due o tre giocatori, ma centinaia di centinaia. Poi alcuni vengono immessi sul mercato mediatico e prendono il sopravvento rispetto agli altri. Devo prendere giocatori funzionali. Abbiamo fatto un’offerta all’Empoli per Fazzini, perché è un 2003 e può rappresentare un giocatore di prospettiva: nel giro di un anno o due può diventare il Rovella o il Tonali della situazione, però per fare un matrimonio bisogna essere in due. I migliori affari sono quelli che non si fanno”.
Fabiani sulle cessioni
“Domanda che mi garba. Ci hanno chiesto 6/7 giocatori squadre che in Italia rappresentano il top e anche squadre estere. Se diamo via un giocatore per fare cassa, andiamo contro il nostro credo. Se dico che c’è un programma che va da zero a tre anni per portare giocatori importanti, oggi non posso privarmi di uno o più pezzi importanti: Rovella, Dele-Bashiru, Castellanos e Tavares ci sono stati chiesti. Noi però non dobbiamo smontare la squadra, ma completarla. Migliorare un centrocampo come quello della Lazio non è facile. E allora ecco perché non ha senso prendere tanto per prendere. Ibrahimovic ha fatto bene e ha delle qualità e se le metterà a disposizione è un investimento importante su un giovane classe 2005. I trentaduenni, i trentaduenni io non li prendo, con tutto il rispetto per giocatori che sono magari campioni. Vogliamo andare su un modello tipo Feyenoord, con giovani calciatori con tanta fame, che vogliono affermarsi. Mario Gila sembrava uno scappato di casa, non giocava mai. La Lazio lo ha costruito e oggi Gila rappresenta una pedina appetibile sul panorama mondiale per le sue prestazioni. Dobbiamo andare e seguire questo tipo di situazione, questo obiettivo. Se do via Guendouzi, Nuno Tavares e Zaccagni e mi fanno le pernacchie per strada hanno ragione”.
Fabiani su Castrovilli
“Non è una scommessa persa, sapevamo che veniva da un intervento difficile. Non gli ha destato problemi o preoccupazioni, sta trovando poco spazio e ne chiede di più. Dipende dagli equilibri dell’allenatore, si è dimostrato un professionista. Se vuole cambiare casacca, prenderemo in esame questa sua richiesta”.
Fabiani sulle risorse
“Gli sbagli sono all’ordine del giorno e ci mancherebbe che non se ne commettano. In via generale, se i numeri hanno un senso, sono sotto gli occhi di tutti. Non abbiamo completato quel ciclo di rinnovamento ancora. Siamo al 50%, c’è tanta strada, molto da lavorare, ma nel prossimo futuro, con un pizzico di fortuna, andremo a individuare i giocatori funzionali per il fabbisogno della Lazio. Per conseguire risultati sempre più importanti. Non mi sono mai esaltato in questo girone d’andata, sono una persona equilibrata perché il calcio sa smentirti il giorno dopo: vivo le vittorie e le sconfitte allo stesso modo, anche se quando vinco dormo meglio.”
Fabiani sull’ambiente Roma
“Bisogna essere chiari e onesti con se stessi, essere professionisti e dire sempre la verità, senza farsi prendere dall’entusiasmo. Il calcio ti porta in alto ma, in altrettanto poco, ti porta in basso. Sono una persona abbastanza equilibrata”.
Fabiani sulla valutazione dei giocatori
“Si valuta un po’ tutto e poi io, prima di prendere un giocatore, faccio il giro delle sette chiese, cioè mi confronto con tanti collaboratori, analizzando tutto. Dalle accelerazioni ai chilometri fatti in campo. Oggi il calcio va verso una completa fisicità”.
Fabiani su Ibrahimovic
“Preso in prestito dal Bayern con diritto di riscatto, è un 2005. Bisogna vedere se la Lazio è la sua confort zone e metterà in campo le sue doti innate. Ho parlato anche con Angelozzi, amico e collega, che l’ha avuto. Ne ha parlato benissimo. Non bisogna mai essere prevenuti: sull’altra sponda del Tevere un 2004 che faceva la Privamera oggi è in priam squadra”.
Fabiani su Isaksen e sulla possibile partenza di Zaccagni
“Tutti sono cedibili e nessuno è incedibile. Se davanti a offerta c’è un sostituto che dà garanzie pari o superiori, allora si prende in considerazione la partenza. Altrimenti nessuno si muove. Isaksen, tra alti e bassi, è stato anche un giocatore determinante. Bisogna dare il tempo di maturare, perdonando qualche errore. Altrimenti saremmo vulnerabili e delle persone poco serie. Ho le idee chiare da questo punto di vista”.
Fabiani sulla durezza di Baroni
“Baroni è uno straordinario professionista e un grande allenatore. Alla Lazio il sottoscritto si è preso la responsabilità a 360°, adesso sta nascendo il “Baronismo”, che speriamo che non lo mandi fuori dal Baroni che conosco io. Ma conoscendolo non si farà prendere da questi entusiasmi. Ogni allenatore vorrebbe il meglio del meglio, con quaranta giocatori. Questo cozza con la lista degli Over e degli Under, bisogna bilanciare tutta l’attività”.
Fabiani su Mandas
“C’è e c’era mercato. Ma è una valida alternativa a Provedel, il nostro titolare. Mandas ha giocato le competizioni europee, chi l’avrebbe mai immaginato quando la società ha puntato su di lui? Sta crescendo, sta facendo bene, non vogliamo privarci di un buon giocatore”.
Fabiani sugli infortunati
“Patric oggi fa un esame, da lunedì ricomincerà la riatletizzazione, poi staremo a vedere. Vecino ha avuto qualcosa di importante, è in via di risoluzione. Non sarà a disposizione prima di 10-15 giorni. Bisogna però essere onesti: nei momenti cruciali hanno semrpe fatto qualcosa di straordinario, io porto grande rispetto. Stringeremo un po’ la cinghia”.
Fabiani su Basic e Hysaj
“Con il fatto che Lazzari ha avuto un infortunio, Hysaj è parte integrante della rosa della Lazio, come lo è stato in Coppa Italia. Non abbiamo scaricato nessuno: i fuori rosa hanno fatto una vita di gruppo con i compagni, rispettando la loro professionalità e il loro valore. Sono due ottimi giocatori, può darsi che torneranno utili alla causa della Lazio”.
Fabiani su una rosa competitiva
“Se non mettiamo sul mercato i migliori e completiamo un percorso, significa che vogliamo attrezzare una squadra altamente competitiva nel minor tempo possibile”.
Fabiani sui giocatori della Primavera
“Non ci sono giocatori pronti per fare il grande salto. Potrà accadere nel giro di qualche anno. Ho ereditato la responsabilità del settore giovanile, ottenendo buoni risultati, ma non basta per intravedere oggi qualche elemento che possa essere funzionale nell’immediatezza”.
Fabiani sul problema dell’indice di liquidità
“Un istituto che riguarda tutte le squadre. Se domattina metto sul mercato Nuno Tavares, posso fare un’entrata. Ma, dato che non è sul mercato, il discorso viene meno”.
Fabiani su come placare il circo sul falconiere
“Mi sono fatto più di un’idea. Credo che dovrebbe calare il sipario su questa vicenda. Il falconiere, come lo chiamate voi, ha chiesto scusa. Si è reso conto di avere fatto una cosa che non doveva e si è pentito. Ora c’è chi può e chi non può accettare le scuse. Lui ora è in convalescenza e la salute è un diritto riconosciuto, fino a che ha un certificato medico gli daremo tutto il supporto. Poi affronteremo la situazione su altre questioni: la società ha emesso un comunicato fin da subito. Mi spiace che intorno a questa vicenda e debolezza ci si stia speculando sopra. Se ognuno di noi vuole rifarsi, può fare quello che vuole del corpo. Chiaro, però, che abbiamo un codice da rispettare: se io finisco il lavoro non posso andare nelle birrerie di Roma a ubriacarmi e dare in escandescenze. Siamo personaggi pubblici e dobbiamo privarci di alcune debolezze. Dobbiamo avere una vita e una condotta d’esempio per tutti: bambini, bambini, famiglie e genitori. Il codice etico va rispettato da parte di tutti”.
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