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CALCIOSCOMMESSE. Muro contro muro tra GERVASONI e GEGIC
L’ex difensore continua ad accusare l’ex giocatore del Chiasso che da parte sua nega…
NOTIZIE SS LAZIO – Siamo arrivati al muro contro muro. Come sottolinea l’Ansa, da una parte il grande accusatore dell’inchiesta sul calcioscommesse, l’ex Piacenza Carlo Gervasoni, dall’altra lo ‘zingaro’, Almir Gegic, ex del Chiasso, che è l’unico ancora in carcere dopo la sua decisione di costituirsi a seguito di oltre un anno di latitanza, lo scorso 26 novembre. I due sono stati messi faccia a faccia oggi dal pm di Cremona Roberto Di Martino con l’intento di andare oltre le considerazioni del gip di Cremona Guido Salvini, che, nel negare la scarcerazione a Gegic, aveva ritenuto che l’ex calciatore serbo avesse «sin dall’inizio operato la scelta di ‘coprire’ con una versione del tutto falsa o comunque ampiamente circoscritta, gli argomenti più ‘sensibilì per l’indagine e cioè la manipolazione delle partite di Serie A e il ruolo del gruppo di Singapore». In questo modo avrebbe cercato di ottenere «il massimo vantaggio con il minimo danno per sè e per gli altri associati». Così, quindi, si è giunti al confronto con Gervasoni. Col Gerva, come era noto quando giocava, a ribadire le sue accuse e Gegic a respingerle con determinazione. L’ex Piacenza, per esempio, aveva parlato di «contatti precedenti a Lazio-Genoa» attivati via Skype tra Gegic e Ilievsky (altro ‘zingaro‘, ancora latitante ndr), «con l’ex calciatore Alessandro Zamperini al fine di raggiungere Mauri» (capitano della Lazio anch’egli coinvolto nell’inchiesta ndr), di «incontri successivi con Gegic a Cernobbio» e di 20mila euro ricevuti da Gervasoni e Zamperini per la loro intermediazione. Sempre Gervasoni ha raccontato che Gegic aveva investito 400mila euro per Lecce-Lazio, altra partita nel mirino dell’inchiesta. Gegic, insomma, minimalista, secondo l’accusa, e intenzionato a coprire anche il potente gruppo degli scommettitori di Singapore al vertice delle scommesse clandestine. «Anche a fronte di dati documentali inoppugnabili», commenta un investigatore. Leggesi intercettazioni, pedinamenti, riscontri sulle celle telefoniche che si aggiungono alle accuse del Gerva.
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