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CAMERA ARDENTE MENNEA. MALAGO’: “In 100 anni nessuno ha meritato questo onore”.

All’interno tutte le dichiarazioni dei protagonisti del mondo dello sport che stanno rendendo omaggio al campione scomparso ieri…(FOTO)

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LA CAMERA ARDENTE DI PIETRO MENNEA – La salma di Pietro Mennea si trova da questa mattina presso la camera ardente allestita nel Salone d’Onore del Coni, dove tanti personaggi del mondo dello sport e non gli renderanno omaggio nel corso della giornata. I primi ad arrivare sono stati il presidente del Coni, Giovanni Malagò, gli ex calciatori Dino Zoff e Francesco Rocca, il campione olimpico del 1960 di boxe Nino Benvenuti, i membri Cio Franco Carraro e Mario Pescante, il presidente della Fidal Alfio Giomi, i presidenti federali Gianfranco Ravà (cronometristi) e Francesco Purro Muto (pallamano).

“Il prossimo anno il Coni compie 100 anni e il Salone d’Onore del Coni non era mai stato dato per la camera ardente di un atleta. In 100 anni non c’è stato un atleta che ha meritato questo onore? Questo fa riflettere”. Con queste parole si esprime Giovanni Malagò: “Il Coni esiste se ci sono gli atleti e lo sport. Il motore di tutto è chi fa attività di base e di vertice. La mia non è una critica ma una precisa scelta di politica sportiva. Mennea era un personaggio contro? No, era un personaggio a favore. Non era un’eccezione. Forse era un po’ integralista, eccessivo e meno elastico ma solo perchè fa parte di una categoria di grandi che se non avesse avuto questa rigidità probabilmente non avrebbe mai ottenuto quei risultati. Pietro sarebbe stato molto contento di partecipare a un convegno come questo in cui si parla di sport come modello di vita perchè incarnava al 100 per cento la sua filosofia di vita”.

Nino Benvenuti  ha dato così il suo ultimo saluto a Mennea: “Era un uomo straordinario, sono pochi gli atleti che riescono ad avere successo anche nella vita. Va copiato da tutti, dovrebbe essere portato come esempio da tutte le federazioni, era un grande uomo e grande atleta. In pochi sapevano della sua malattia, non voleva commiserazioni, voleva essere al di sopra di queste cose. Ha saputo stringere i denti più di quanto fosse conosciuto dagli altri”.

“Il ricordo che ho impresso nella mente è quello che hanno tutti, di lui che batte il record dei 200 metri” ha spiegato Dino Zoff. “Però preferisco conservare quello personale, legato al contatto umano. Credo che sia una perdita come campione ma anche come uomo. È stato straordinario anche dopo essersi ritirato”.

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C’era anche Stefano Tilli, velocista e compagno di Mennea nella 4X100 d’argento ai mondiali di Helsinki 1983: “Vincemmo un argento ai Mondiali con lui che ci prese per mano e ci condusse in una bellissima esperienza. Ci gasò sotto il tunnel che portava alla pista e porterò con me, per sempre, il ricordo di quando gli diedi il testimone e gli urali ‘Vai Pietro’… Più che introverso, era molto determinato, quando vuoi ottenere qualcosa si deve lasciare poco allo spettacolo e alla goliardia. Al di fuori della pista era un amicone, gli piaceva divertirsi, cenare assieme e ricordare aneddoti divertenti. Anche da come ha vissuto la malattia bisogna trarne un grande insegnamento. Ha avuto un grandissimo senso di dignità e riservatezza, era schivo nei propri affetti”.

Mennea è cresciuto 600 grammi in 12 anni di allenamento. Pesava 66 chili, arrivò a pesare 66, 600″, ricorda lo storico allenatore, il Prof. Carlo Vittori: “Noi ci allenavamo alle 14. Bussava sull’orologio se arrivavo alle 14.02 e lui mi rimproverava se tardavo due minuti. Ho sentito dire che Mennea era uno che si ammazzava di lavoro. E come avrebbe fatto allora a fare il record dei 200 metri? Bisogna rispettare la sua volontà: ‘Io non provo fatica, non ho rinunciato a niente’ mi diceva ‘perché amo quello che faccio. Ho fatto quello che mi piaceva fare’. La sua riservatezza? Voi non lo sapete ma nel 1983 era malato e arrivò comunque terzo ai Mondiali nei 200 metri e poi ci fu la staffetta, anch’essa memorabile”.

Mario Pescante ricorda invece la finale olimpica di Mosca: “Molti atleti hanno scritto bellissime storie dello sport italiano e mondiale, Mennea è una leggenda. Le storie si ingialliscono, la leggenda non tramonterà mai. Lui all’inizio non voleva gareggiare alle Olimpiadi. Nessuno gli fece pressioni e cambiò idea da solo. Il giorno della corsa, i primi 120 metri furono quelli del Mennea arrabbiato, stizzito. Poi è esploso l’altro Mennea”.

“E’ con grande dolore che ho ricevuto la notizia della morte di Pietro Mennea, leggenda dello sport italiano che ho avuto l’onore di conoscere personalmente. La sua morte mi rattrista profondamente. E’ una grandissima perdita”. Anche il presidente della Fifa, Joseph Blatter, ha voluto ricordare Pietro Mennea. Il campione olimpico scomparso ieri a Roma.

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“Il mondo dello sport deve onorare la memoria di Pietro Mennea, come atleta eccezionale. Pietro ha sempre creduto nei valori dello sport a livello sociale, nazionale e internazionale. Era un vero campione. Tutti ne ricordano il suo profondo spirito di abnegazione e di sacrificio. Personalmente ho sempre ammirato Pietro come atletaaggiunge Blatter nel suo messaggio di cordoglio-. Le sue straordinarie vittorie sono ancora vive nella mente e nel cuore di ogni sportivo. Mi ha reso molto felice sapere che lui amava tanto il calcio. Pietro Mennea era tifoso del calcio pulito e quindi pur essendo stato campione dell’atletica leggera, e’ sempre stato uno di noi. Il mondo del calcio si stringe allo sport italiano in questo momento cosi’ triste. Alla sua famiglia rivolgo, a nome mio e a nome del calcio, le condoglianze piu’ sincere”.

‘Mennea e’ stato uno di quegli sportivi italiani che ha fatto qualcosa in piu’. Il suo record, 19.72, e’ rimasto li’ per 17 anni, tutti sanno che quello e’ il suo record, anche io che non sono appassionato lo sapevo. E’ un peccato che sia andato via cosi’ a 60 anni, e’ troppo presto’. Ecco il ricordo da Jerez da parte di Valentino Rossi. ‘C’e’ qualcuno che ha fatto di piu’ la differenza, quelli come Mennea, Tomba, Del Piero, Totti e poi ci sono anche io e Giacomo Agostini sono tra quelli che hanno fatto qualcosa’.

Il Presidente del Comitato Olimpico Ucraino, vice Presidente IAAF e membro dell’Esecutivo CIO, Sergey Bubka: ‘Cari amici e’ con profondo dispiacere che apprendiamo la notizia della scomparsa di Pietro Mennea, un vero devoto dell’atletica e del movimento olimpico’. Da tutto il Comitato Olimpico dell’Ucraina, dalla Comunita’ sportiva del nostro paese e da me personalmente permettetemi di esprimere le mie piu’ sincere condoglianze alla sua famiglia, al Coni, alla Fidal e al movimento olimpico mondiale. Questa e’ una grande perdita per noi tutti. Che la sua anima riposi in pace’.

 

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