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CAPELLO: “I MIEI DERBY SCUDETTO”

IL MESSAGGERO (U. Trani) – Il tecnico rivive i suoi cinque anni di sfide ai biancocelesti. “Il 5 a 1 e la vittoria con l’autogol di Negro restano i più belli”. Da allenatore 12 partite e 1 sola sconfitta: “Quell’unica volta però…

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(getty images)

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IL MESSAGGERO (U. Trani) – L’ex tecnico giallorosso Fabio Capello ha vissuto tanti derby, prima da calciatore e poi da allenatore, sempre con la Roma. “Quando giocavo, pensavamo solo agli sfottò – ha detto in un’intervista al Messaggero di oggi – Quando allenavo in ballo c’era invece lo scudetto“. Oggi il tecnico allena la Russia e ha 66 anni: alla Roma arrivò a 21 anni nel ’67, rimase poco ma lasciò il segno. Da adulto torno a 53 anni e vinse alla seconda stagione delle cinque passate a Trigoria il terzo scudetto della storia romanista. Come quando era giovane se ne andò per andare alla Juve. Ai suoi 12 derby in panchina all’Olimpico, 7 vinti, 4 pareggiati e 1 perso tiene tantissimo. Perché da nessuna parte ha trovato sfide giocate con la stessa passione. “E’ l’ambiente che diffonde qualcosa di diverso. Non puoi non ascoltare in giro quanto sia grande l’attesa della gente. Le radio, le tv, i tifosi, i giornali, i mercati e le voci di tutti. E’ la città che spinge i protagonisti in campo. In anticipo, già ad inizio stagione”.
Prima del derby ero attento a non far sprecare energie ai giocatori per non perderlo prima di iniziare. Se ho cambiato mentalità alla Roma? Guidavo una squadra da vertice. Il derby per me non doveva contare per la supremazia cittadina ma per per il campionato. Fu così in quei cinque anni. Anche la Lazio era fortissima”. Il primo derby vinto 4 a 1 Capello lo ricorda bene: “Una grande soddisfazione perché loro erano già grandi e noi eravamo appena partiti. In quella stagione il titolo fu loro, la successiva toccò a noi. Ero contento perché il derby, da quando ero in panchina, valeva davvero un’annata”. Il tecnico puntava sui giocatori migliori e li preparava tatticamente sdrammatizzando con battute anche sui rivali: “Giocavamo. Seriamente, però. Il derby può essere divertente solo dopo. Prima, invece, bisogna sudare e studiare. Io volevo sorprendere gli avversari”Capello ricorda però anche l’unica sconfitta, che fu decisiva per lo scudetto della Lazio: “Ci sta di cadere, eravamo andati pure in vantaggio. Che dispiacere. Ma quella Lazio era una squadra davvero competitiva. Scudetti pesanti i nostri. Contro la Juve, l’Inter e il Milan. Se il derby con l’autogol di Negro rimane il migliore? Certo. Per i tifosi. Loro lo sognavano così”. Infine, sulla sfida Petkovic-Andreazzoli, Capello ha detto: “Non li conosco, ma il laziale sta facendo cose ottime e il romanista è equilibrato e intelligente come si è visto dai risultati ottenuti fino a Palermo. Tocca a loro”.

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