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Reja: «Vinceremo il derby»
Settimana intensa per i biancocelesti attesi giovedì a Lisbona in Europa League e domenica a Firenze
Reja: «Vinceremo il derby»
Settimana intensa per i biancocelesti attesi giovedì a Lisbona in Europa League e domenica a Firenze |
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ROMA – «Contro il Palermo ci è mancata un po’ di buona sorte e di cattiveria sotto porta, ma la vittoria è solo rimandata alla prossima gara in casa e sapete bene qual è…».
Altro che scaramanzia: Reja punta dritto al derby del 16 ottobre e lo dice apertamente. Come non aveva mai fatto fino a oggi. Dopo quattro stracittadine perse, il tecnico cerca la sua rivincita. Una gara che potrebbe segnare la svolta della stagione. Per la Lazio, perché i derby storicamente riescono a segnare annate intere, per i tifosi, che ormai non lo vincono da oltre due anni e mezzo (11 aprile 2009, Lazio-Roma 4-2), ma soprattutto per Reja: l’ennesima sconfitta lo costringerebbe a un addio anticipato, in caso contrario a Roma potrebbe vivere di rendita. Ma la strada che porta alla stracittadina è ancora lunga e tortuosa: giovedì lo Sporting a Lisbona, domenica al Franchi la Fiorentina dell’ex Mihajlovic. Il tecnico è concentrato sull’Europa League, come riporta Leggo: «Ho concesso un giorno di riposo ai ragazzi – confida a Lazio Style Radio – mentre io sto già visionando i dvd delle partite dello Sporting per preparare la gara». Sfida dalle mille insidie: «Dovremo recuperare le energie in poche ore e andremo ad affrontare una squadra che in casa è irresistibile. Ho visto che dietro concedono qualcosa, quindi dovremo essere bravi ad approfittarne».
Reja, nonostante lo 0-0 contro il Palermo, promette che Lazio farà presto divertire i propri tifosi: «Sono ottimista per il futuro. Questa squadra è matura, intelligente e con personalità. Quando riusciremo a mettere dentro tutte le palle che creiamo, non avremo più problemi». Dopo i fischi, ora il tecnico si gode la ritrovata affinità con la tifoseria: «Devo ringraziare il pubblico, è stato davvero straordinario. Bisogna sostenere la squadra sino in fondo, al novantesimo, poi i fischi a fine gara ci stanno. È normale la loro amarezza per la mancata vittoria, ma è solo rimandata alla prossima gara. Volevo inoltre complimentarmi con i tifosi per il commovente minuto di silenzio per i militari scomparsi. Allo stadio c’era un silenzio quasi surreale».(ass)
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