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ACCADDE OGGI. Chinaglia illude la Lazio in Ungheria. Sarà 1-1 con l’Honved
ACCADDE OGGI – Torna la rubrica di Lazionews.eu in cui vi raccontiamo giorno per giorno gli eventi della storia biancoceleste e non solo…
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LAZIO – 30 ottobre 1969. La Lazio di mister Lorenzo fa il suo esordio stagionale in Mitropa Cup e l’avversario di turno è il temibilissimo Honved. L’andata del sedicesimo di finale si gioca al Budapest Bozsik Stadion, davanti agli occhi del CT ungherese Sos e del Ministro per lo Sport Hegji. Una forte tramontana rende le condizioni di gioco sfavorevoli, ma la Lazio non mostra alcun timore reverenziale, nonostante la compagine magiara prema forte sull’acceleratore sin dalle primissime battute e si presenti in campo con ben quattro attaccanti. Lorenzo impone ai suoi un italico catenaccio, senza rinunciare a delle brucianti ripartenze in contropiede: proprio da una di esse nasce il vantaggio ospite, con un cross dalla destra di Ghio, per l’inzuccata vincente di Chinaglia. Al termine del primo tempo, lo sportivo pubblico ungherese applaude i 22 in campo, nonostante lo svantaggio. La ripresa perde i suoi connotati che definiremmo oggi “fair play”, trasformandosi in un campo di battaglia. Il tutto nasce da un clamoroso calcio di rigore assegnato ai padroni di casa dall’arbitro, lo slavo Horvath, dopo un controllo di petto di Papadopulo. La trasformazione di Kocsis surriscalda gli animi. Al 55′ c’è una vera e propria rissa in campo, che coinvolge anche le panchine, dopo un’entrataccia di Tussinger ai danni di Massa. 22 minuti più tardi è Soldo a provocare Molnar ed il direttore di gara spedisce entrambi, anzitempo, sotto la doccia. La Lazio porta a casa un prezioso pareggio in terra ungherese, che verrà tuttavia vanificato al ritorno.
STORIA – 30 ottobre 1938. La CBS trasmise in diretta radiofonica lo sceneggiato “La Guerra dei Mondi“, tratto dal romanzo fantascientifico di Herbert George Wells ed interpretato da Orson Welles. I radioascoltatori non interpretarono i fatti narrati come frutto della fantasia umana, ma credettero ad un’invasione aliena in corso d’opera. Gli Stati Uniti andarono totalmente nel panico: le case si svuotarono, si riempirono invece le chiese, i supermercati furono presi d’assalto e le autostrade si intasarono. Pianti collettivi, crisi isteriche, vestiti lacerati, furono solo alcune delle tristi scene che si fecero largo in tutti gli States. Vennero riportati anche casi di suicidi, poi ricondotti ad altre cause. Quel che è certo è che l’America sottovalutò, e non poco, la reazione del proprio popolo ad un tema caldo come quello di un contatto, per giunta non pacifico, con creature provenienti da un altro mondo.
SPORT – 30 ottobre 1977. Renato Curi è il centrocampista del Perugia capolista, dopo 5 giornate di campionato. E’ un giovane 24enne che sta ben figurando con la casacca degli umbri ed ha attirato su di sé le attenzioni delle big italiane. Al Comunale di Pian di Massiano, che oggi porta il suo nome, arriva la Juventus. Trentamila persone sono presenti allo stadio e Curi recupera giusto in tempo da un infortunio: non vuole in nessun modo perdersi questa sfida. Forse il destino aveva voluto lanciargli un segnale, quello di non giocare. Curi lo fece, ed anche bene, risultando uno dei più brillanti al termine del primo tempo che si chiuse sullo 0-0. Il destino, forse, di segnale gliene lanciò anche un secondo, perché il centrocampista marchigiano rientrò negli spogliatoi dolorante, dopo uno scontro di gioco con Causio. Ma rientrò nuovamente in campo e stavolta per poco: dopo circa 5 minuti, Curi si lanciò in uno scatto poderoso per raggiungere un pallone, accasciandosi al suolo. Benetti, Bettega e Scirea si resero immediatamente conto della gravità della situazione ed anche Ameri, il radiocronista, nel momento in cui Sandro Ciotti gli chiese la linea. La morte di Renato Curi ebbe un’eco mediatica incredibile, uno dei primi casi di malasanità e negligenza medica nel mondo del calcio. Ma il tutto si risolse “all’italiana”: assoluzione in primo grado e lieve condanna (un anno con i benefici di legge) per i medici del Perugia e del Centro Tecnico di Coverciano.
Giordano Grassi
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