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Cataldi, un regista in più alla corte di Inzaghi. E così la Lazio ha altre due soluzioni in attacco…
LAZIO CATALDI – Nella Lazio ritrovata vista domenica all’Olimpico contro la Spal, la copertina è tutta per Danilo Cataldi. Il giovane, cresciuto nel vivaio biancoceleste…
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LAZIO CATALDI – Nella Lazio ritrovata vista domenica all’Olimpico contro la Spal, la copertina è tutta per Danilo Cataldi. Il giovane, cresciuto nel vivaio biancoceleste, ha sempre faticato a trovare spazio da quando Simone Inzaghi siede in panchina. Dopo l’exploit vissuto sotto la gestione Pioli in cui aveva anche indossato la fascia da capitano, il tecnico piacentino ha preferito far proseguire la sua crescita lontano da Formello. Ritornato a casa in estate dopo i prestiti a Genoa e Benevento, Cataldi si è messo subito a disposizione della squadra. Massimo impegno in ogni allenamento, con l’atteggiamento di chi aspetta il suo momento.
L’UOMO GIUSTO – E questo è arrivato: gli infortuni di Leiva e Badelj hanno liberato spazio all’azzurro, riscoperto con successo da Inzaghi come un buon regista. Dopo gli sprazzi di gara disputati contro Napoli ed Inter, il numero 32 è partito titolare con la Spal e si è preso la scena. 91 tocchi di palla, praticamente uno al minuto e una percentuale di passaggi riusciti clamorosa: 91%, ovvero ben 61 su 67 tentati. Decisivo in attacco con 4 occasioni create (uguale a quelle accumulate in 90 minuti da tutta la Spal), Danilo ha messo il suo timbro nel match con un gol e un assist. Con Cataldi la Lazio ha ripreso a segnare da fuori area e ha trovato un uomo in più per i calci piazzati. In attesa del ritorno di Luis Alberto, è proprio lui il prescelto per questo fondamentale. Da corner ha pennellato una palla perfetta per il vantaggio di Immobile, su punizione ha impegnato più di una volta Milinkovic. Prestazione convincente anche per quanto concerne il supporto alla difesa: 100% dei duelli vinti, due falli commessi. Sintomo di un leone che è tornato a ruggire. Romano, laziale, l’ambiente ha bisogno di Danilo. E non solo in mezzo al campo.
Marco Barbaliscia
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