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Coronavirus, i consigli dello psicologo: “Informarsi una, due volte al giorno. Ecco cosa fare con i bimbi”

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CORONAVIRUS ITALIA CONSIGLI PSICOLOGO – L’emergenza Coronavirus sta modificando i ritmi di vita di tutti. Il senso civico, ancor prima delle stringenti normative messe in atto dal governo, impone di rimanere in casa e limitare gli spostamenti per cercare di arginare nel più breve tempo possibile la diffusione del virus. Scuole chiuse, così come ogni luogo di ritrovo. La giornata tipo di ognuno di noi è stata stravolta. La pandemia crea però, oltre ad un’emergenza sanitaria, anche squilibri sull’economia familiare e sulla mente degli italiani. Il dottor Fabio De Santis, psicologo e psicoterapeuta, ha analizzato ai nostri microfoni la situazione, proponendo alcune idee per riconsegnare un po’ di normalità alle nostre giornate.

La psicosi da Coronavirus: come sconfiggere la paura

“La popolazione vive una psicosi da Coronavirus. Questo avviene perché l’informazione che viene distribuita oggi dai media tende a terrorizzare. E’ giusto aggiornare i cittadini, ma quando si realizza un tam-tam continuo sulle televisioni con i talk show soprattutto che non parlano d’altro, la gente si blocca dalla paura. E la paura non fa fare mai buone scelte. E’ per paura che si assaltano i negozi di notte, o si prende la macchina per scappare verso altre città”.

Dal terrorismo al Coronavirus: situazioni paragonabili?

“Sono campi differenti, ma il meccanismo che si innesta nella psiche delle persone è lo stesso. Il cervello si setta e si focalizza solo su quel tipo di problematica. Per questo motivo il mio consiglio è sentire le notizie non più di due volte al giorno, e tornare alla propria vita. Bisogna mantenere una netta separazione tra il rispettare le direttive date dal governo e farsi prendere dal terrore. E’ giusto lavarsi le mani con frequenza, disinfettarsi, ma senza la paura ossessiva della contaminazione: seguire sì i consigli, ma nella giusta modalità”.

Cosa preoccupa gli italiani secondo lo psicologo

“La paura maggiore che si riscontra tra la gente è quella propria dell’essere umano, ovvero di morire. Poi quella di contagiare gli altri. In un secondo momento, con l’isolamento sociale, si instaura un meccanismo di paura legato all’alienazione da tutto e tutti”.

I consigli dello psicologo su come affrontare il tema Coronavirus con i bambini

“Bisogna dire ai bambini la verità, mandando anche a loro i messaggi sull’importanza dell’igiene. In casa, poi, i genitori devono adoperarsi per realizzare giochi costruttivi e creativi. Si possono fare tante cose, anche senza vedere gli amichetti. Studiare, leggere un libro, giocare in casa o portare un pallone sul terrazzo condominiale e scambiare qualche passaggio”.

Flash mob: una forma di rassicurazione

“Se da una parte ci sono i catastrofisti, dall’altro esistono anche individui dalla psicologia troppo positiva, soprattutto sui social. E’ un aspetto che non tutti sottolineano, ma per me fondamentale. Chi minimizza, sbaglia. Innanzitutto si irride chi soffre per colpa del Coronavirus e poi porta a sottovalutare il problema, non prendendo le giuste precauzioni. Il bisogno di ripetersi che “andrà tutto bene” è una forma di rassicurazione, ma questa fa aumentare l’ansia. Il flash mob può essere positivo per uscire dall’isolamento e mandare un messaggio di unione e solidarietà. L’importante è che non diventi una moda superficiale o una forma di rassicurazione non ponderata”.

Intervista a cura di Marco Barbaliscia

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