APPROFONDIMENTI
FOCUS | Caro Immobile, non ti curar di loro ma guarda e passa
IMMOBILE NAZIONALE DECISIONE – Non siamo certo nel secondo dopo guerra, non ci sono un movimento da rifondare e un paese da costruire, eppure l’Italia per certi versi appare come uno specchio rotto. Tutto dipende dai punti di vista: a seconda di dove la si guarda, l’immagine riflessa cambia. Una in particolare, quella di Ciro Immobile. Re, eroe, leggenda con la maglia della Lazio; parafulmine, delusione, problema con quella della Nazionale Italiana. Dove sta la verità? Qual è il vero Immobile?
Lazio e Italia, l’apparenza inganna: non ci sono due Immobile
Arrivare a volere un’Italia senza Ciro Immobile solo perché non ha inciso in alcune partite, tra le quali un’ultima evidentemente segnata dagli dei del calcio, per gli Azzurri sarebbe un ulteriore problema. La Nazionale di Roberto Mancini è incappata in una nuova delusione e questo non ha obiezioni, però quanto di buono costruito in questi anni non va di certo buttato. E parte di questa edificazione azzurra è anche Immobile. Non sarà, a livello quantitativo, quello della Lazio, ma il corso accelerato di 4-3-3 che sta svolgendo a ‘Sarrilandia’ ha ampliato un bagaglio tecnico di cui la Nazionale non può fare a meno. Anche per far crescere chi, tra le sabbie mobili di due non qualificazioni mondiali, sta provando a emergere, come Giacomo Raspadori o Gianluca Scamacca. I giovani attaccanti italiani hanno bisogno di carpire il più possibile da una ‘Scarpa d’oro’: questo non deve essere in dubbio. Così come non deve essere in discussione il fatto che non c’è un doppione, né due lati di una solita medaglia: Ciro Immobile è stato, è e sarà sempre Ciro Immobile, alla Lazio come nell’Italia.
Sfumature d’Immobile: la differenza va ricercata nella tattica
L’unica differenza sta sostanzialmente nella tattica applicata. L’attaccante che piace a Roberto Mancini, lo abbiamo ben capito con il tira e molla sul nome di Mario Balotelli, è un altro, differente per caratteristiche tecniche da Ciro Immobile. Da Adriano fino a Dzeko, passando per il biancoceleste Corradi, il terminale offensivo di una squadra del ‘Mancio’ deve avere spiccate caratteristiche fisiche ma soprattutto saper venire incontro a legare il gioco. Qui sta il punto. Il bomber della Lazio infatti, nonostante la buona volontà e l’impegno nel provare a giocare anche spalle alla porta, è un animale verticale: attacca la profondità come nessuno e ha bisogno di imbucate e spazi aperti per sprigionare al meglio il ricco arsenale personale. Tutte situazioni che in Azzurro ha purtroppo trovato a spizzichi e bocconi.
Immobile in Nazionale: statistiche simili a Vialli e Totti
Se poi dall’astratto della tattica passiamo al concreto, è facile evincere come l’aspra critica ricevuta in questi anni dall’Immobile azzurro non sia del tutto fondata. L’attaccante della Lazio ha finora messo a segno infatti 15 gol in 55 presenze col tricolore sul petto. Non certo i numeri di Gigi Riva o Gino Colaussi (che ha lo stesso score in sole 25 presenze), ma una media in linea con giocatori del calibro di Gianluca Vialli (16 gol in 59 gettoni), Francesco Totti (9 in 58) e altri illustri colleghi. Invero una media che non può giustificare un tale accanimento.
Immobile alla Lazio: una leggenda vivente
Aggiungendo quindi il bianco all’azzurro, i numeri di Immobile passano da normali a straordinari. Nessun calciatore in era moderna ha infatti segnato nel campionato italiano con la continuità e regolarità del bomber della Lazio. Sono 176 i gol messi a referto in appena 253 presenze con l’aquila sul petto. Uno score impressionante che è valso al nativo di Torre Annunziata record su record: dalla Scarpa d’Oro al numero di reti in Serie A in una sola stagione, dal superare un mito come Silvio Piola a ergersi in un gruppetto di pochi multi-capocannonieri. Insomma, come si può criticare tale letalità calcistica?
Immobile riflette sulla decisione di lasciare la Nazionale
Per tutti questi motivi appare semplicemente assurdo che il movimento italiano invochi a gran voce il saluto di un bomber del genere. Oppure, cosa ancor più grave, che – come riportato da La Repubblica – Immobile sia giunto al pensiero di lasciare poiché stufo di fare da parafulmine ai problemi azzurri. Uno stato d’animo questo che non ha lasciato indifferente neppure Sarri, a colloquio per più di un’ora con il giocatore al suo rientro a Formello.
Scriveva Dante: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”. Noi lo prendiamo a prestito per consigliare Ciro: non preoccuparti delle calunnie altrui. L’uomo e il giocatore sono lì, sotto gli occhi di tutti e nessuno potrà mai negarlo, né nell’Italia né tantomeno alla Lazio.
Articolo a cura di Daniele Izzo
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