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Lazio matura: perché la Juventus ha certificato la bontà del lavoro di Baroni

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Provedel blocca la sfera in presa alta

TORINO – Sono le 21.10 quando Alessio Romagnoli scivola, ritrae la gamba, ma tocca Kalulu. Cartellino rosso. E Lazio in dieci. «Ora è dura», avranno pensato i più. In casa della Juventus – imbattuta e capace di subire un solo gol – in inferiorità numerica. Eppure, la squadra di Marco Baroni ha dimostrato maturità. A tratti, superiorità. Non ha perso la calma. Ha subito il giusto e avuto persino qualche accenno di occasione per fare male. Il capitombolo, su autogol e a pochi minuti dal triplice fischio, non può e non deve incidere sulle valutazioni.

La Lazio è arrivata all’Allianz Stadium in pullman. Ma con un carico di aspettative e curiosità. Di fatto, si trattava del primo grande appuntamento stagionale. C’è chi dubitava che i biancocelesti potessero reggere l’urto lontano dallo stadio Olimpico. E chi preferiva non esporsi, rimanendo in silenzio. In pochi avrebbero puntato sulla riuscita di una prestazione del genere. E invece, così è stato. Per più di 20 minuti l’undici di Baroni ha messo in campo i soliti ingredienti: pressing offensivo, recupero palla alto e volate da centometristi. Tanto che fino all’espulsione le uniche occasioni sono state di marca biancoceleste, con Matteo Guendouzi.

Il cartellino rosso a Romagnoli ha cambiato i piani. E non poteva essere altrimenti. È uscito Dia, a onore del vero tra i meno positivi, ed è entrato Patric. Insieme a Gila, è stato praticamente perfetto. La Juventus, nonostante il pallino del gioco, ha creato poco in relazione alla situazione che si era venuta a creare. E quasi sempre su azioni episodiche. L’unica volta in cui la coppia spagnola si è fatta cogliere in flagrante è sul colpo di testa di Douglas Luiz, finito fuori di centimetri. Per il resto, anche grazie all’enorme lavoro di Guendouzi e Rovella, solo qualche malanno da inferiorità numerica.

A validare la consistenza della prestazione della Lazio, ci sono i dati. Nonostante l’inferiorità numerica per più di 70 minuti, ad esempio, Nuno Tavares è stato l’uomo in campo ad aver subito più falli: quattro. E tra i migliori per recuperi effettuati, dietro solo a Pedro e Castellanos. Altra statistica che non potrà non far piacere a Baroni. E non è finita qui. Perché Castrovilli è stato l’unico calciatore ad avere una precisione del 100% nei passaggi. Seguito a ruota da Gila, con il 97%. Se si esclude l’autogol, mix di stanchezza e incomprensione, la prova dell’ex Real Madrid è stata ancora una volta positiva: 34 passaggi riusciti, più di tutti; 13 palloni giocati in avanti; più di tutti; e 2 recuperi, nella media. Di conseguenza, mai giudicare un libro dalla copertina. Perché è tra le pagine piegate che spesso si nascondono le migliori storie di calcio. E questa Lazio, alla mercé della penna di Baroni, ha tutto per raccontare la propria.

Daniele Izzo

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