CHAMPIONS LEAGUE
Le PAGELLE di Lazio – Atletico Madrid: Provedel fa l’Immobile e scrive una favola
PAGELLE LAZIO ATLETICO MADRID – La Lazio torna in Champions League con un pareggio. Ma quello che succede all’Olimpico sarà ricordato per anni a venire. Sotto 0-1 contro l’Atletico Madrid, la squadra biancoceleste fa salire tutti per il forcing finale, compreso Provedel. Ed è proprio il numero 94 a segnare a tempo scaduto il gol del pareggio. Di seguito le pagelle del numero uno biancoceleste e di tutti i compagni, a firma del nostro inviato all’Olimpico Daniele Izzo.
Lazio – Atletico Madrid, le pagelle dei biancocelesti
PROVEDEL 10 – Entra nella storia dalla porta principale, lo studieranno nei libri di scuola. Ivan il terribile, il finimondo, quel portierino biondo: i bardi canteranno di lui come di un eroe, al pari di Geralt di Rivia e Aegon il Conquistatore. Per settanta minuti gioca a briscola e tresette con gli steward, poi sveste la livrea gialla, indossa quella celeste e segna un gol che sarà ricordato per generazioni e generazioni.
MARUSIC 6.5 – È un soldato, dove lo metti sta. Inizia a destra, trasloca a sinistra, ma il rendimento non cambia. Ecco spiegato perché a lui Sarri non rinuncia mai.
PATRIC 6 – Griezmann lo scherza con un tunnel e lui, in pronta risposta, alza il ritmo di bielle e pistoni. Ne esce fuori una prestazione precisa e puntuale, che limita al massimo Morata.
ROMAGNOLI 6.5 – Più che un calciatore, in questo avvio di stagione sembra Bob l’Aggiustatutto. Mette una toppa qua, un filtro là e permette alla Lazio di rimanere in partita fino alla fine.
LU. PELLEGRINI 5.5 – Fa e disfa in soli trentasette minuti. È sicuramente tra i più pericolosi, ma il gol dell’Atletico nasce nella sua zona di competenza.
(Dal 38′ LAZZARI 5.5 – Più che un Frecciarossa, sembra un Intercity. In ritardo sia nell’accompagnare l’azione che nel dare copertura)
KAMADA 6 – Più sfortunato di Paperino. Devia nella propria porta un velleitario tiro di Barrios, e non è un dettaglio. Tuttavia, è tra i più propositivi. La prima occasione è la sua, ormai un’abitudine. E nelle chance che la Lazio ha di riequilibrare l’incontro c’è sempre il suo zampino.
(Dal 61′ GUENDOUZI 5.5 – Lo spacca-partite visto a Napoli è un lontano ricordo. Si perde nella tonnara del centrocampo madrileno e non riesce a dare quel quid in più alla squadra)
VECINO 6 – Si riprende la titolarità e va a centimetri dalla marcatura. Sarebbe stato un giusto pegno per quel gol che negò la Champions alla Lazio. Ma stasera gli dei del pallone avevano in mente altri piani.
(Dal 75′ CATALDI sv – Falloso, troppo. Sfortunato il tiro con cui scalda i guantoni a Oblak a tempo ormai scaduto)
LUIS ALBERTO 7 – Corre, tira, pressa e passa più di tutti. Avrà toccato mille palloni, forse diecimila, e i compagni, Provedel compreso, si sono fidati ancora una volta più di lui che della banca. Checché ne dica, è il leader maximo di questa Lazio.
FELIPE ANDERSON 6 – L’esordio in Champions con la maglia della Lazio non finirà dell’album dei ricordi. Porta a casa una sufficienza stiracchiata, che al giorno d’oggi è sinonimo di debito a settembre.
(Dal 61′ ISAKSEN 5 – Gli manca sempre un centesimo per fare l’euro. Dribbla, conduce, sprinta, ma arrivato sulla trequarti non riesce ad accendere la luce)
IMMOBILE 5 – Il motore gira, ma il parabrezza è sporco. Talmente tanto sporco che si mangia un gol grande quanto l’autodromo di Monza. La cartina tornasole di un inizio di stagione difficile.
ZACCAGNI 6.5 – Fa venire il mal di testa a Molina a suon di veli, stop and go e dribbling. Peccato che ancora non basti per finire sul tabellino dei marcatori. Ma tempo al tempo, continuando a giocare così le gioie arriveranno presto.
(Dal 75′ PEDRO sv – Ha voglia di mettersi in mostra, ma non ne ha la possibilità)
ALL. SARRI 6 – Il problema del gol glielo risolve Provedel. Si, avete letto bene: il portiere. Al termine di una partita per larghi tratti dominata è il numero uno che tanto ha voluto a regalargli un sorriso. Il primo punto è stato messo in cascina, e per come s’era messa la partita non era scontato. Dovrà, comunque, rivedere alcune cose. Tra le quali proprio la produzione offensiva.
Dal nostro inviato allo stadio Olimpico Daniele Izzo
@danieleizzo94
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