COSA FARE A ROMA
“I Compagni di cella” tornano insieme: intervista al bassista della Tribute Band di De André
I COMPAGNI DI CELLA – “I Compagni di cella” è una Tribute band di uno dei più grandi cantautori italiani, Fabrizio De André…
I COMPAGNI DI CELLA – “I Compagni di cella” è una Tribute band di uno dei più grandi cantautori italiani, Fabrizio De André. Dopo un anno in stand-by, il gruppo presto ricomincerà a suonare: l’appuntamento è per il 19 maggio a Guidonia Montecelio, in provincia di Roma. Per l’occasione abbiamo intervistato Luciano Del Dotto, il bassista del gruppo.
Come e quando nasce il gruppo “I Compagni di cella”?
“Il gruppo è una cover band di Fabrizio De André e nasce nel 2009 come trio acustico.
La scelta di questo progetto viene dal bisogno del cantante, “Skossa”, di far scoprire alle nuove generazioni la musica ma soprattutto la poesia di Faber che con una sola frase era in grado di farti ridere, piangere o emozionare. Già dal 2010 si cerca di ampliare la formazione del gruppo e di estenderla prima a 7 e poi ad 8 elementi per avere una sonorità e una completezza negli arrangiamenti sempre più fedele all’originale.
Dopo aver suonato col maestro Michele Ascolese, chitarrista di Fabrizio, c’è stato una sorta di appagamento a mio avviso. Serviva una scossa ma con la C però!
Nel 2017 quindi abbiamo deciso di fermarci un anno per lavorare sul nostro progetto che pian piano aveva subito una sorta di involuzione involontaria. Ed ora eccoci qua”.
Cosa significa per voi questo progetto? Come mai avete scelto di lavorare un anno sulla nuova band de “I Compagni di cella”?
“Questo progetto è un figlio di 8 anni e lasciarlo abbandonato così ci dispiaceva. Per noi la figura del padre è importante e lo era anche per De André. C’è poi anche un altro motivo per il quale abbiamo lavorato tanto sul gruppo; qualche anno fa, il nostro cantante a margine di una prova ci rivelò quanto una band tributo a Faber fosse sempre stato il suo sogno nel cassetto. Giorno dopo giorno lo è diventato anche per tutti noi e abbiamo reinvestito su “I Compagni di cella” pure per questo. Questa frase ci ha aiutato ad andare avanti da allora fino ad oggi”.
Quali sono le novità di questa seconda vita della band?
“Innanzitutto abbiamo rinnovato il repertorio con brani celebri ed alcune chicche mai suonate da noi fin’ora.
Poi abbiamo introdotto l’ukulele basso e inserito la chitarra elettrica in un progetto tendenzialmente acustico anche se apparentemente sembrerebbe non averci nulla a che fare. La parte dei tappeti destinati solitamente al pianoforte, è suonata dal flauto che così diventa strumento solista e di accompagnamento.
C’è anche una sorta di personalizzazione dell’arrangiamento senza però stravolgere le canzoni.
Questo è il progetto di adesso. I componenti si sono ridotti da 8 a 5: adesso abbiamo Luigi De Bonis, conosciuto come “Skossa”, che è il cantante e chitarrista, Daniele Sperandio alla batteria, Nicola Fornari alle chitarre, Federica Valentini con il flauto traverso, ottavino e cori, e io, Luciano “Jethro” Del Dotto, che suono il basso e l’ukulele basso”.
Come mai avere optato per l’arrangiamento acustico?
“Sentivamo la necessità di cambiare e quindi proporre al pubblico qualcosa di diverso… Serviva una ventata di novità. E poi anche per noi, dopo anni trascorsi a riprodurre fedelmente brani del tour di Fabrizio con la Pfm oppure del famoso concerto del Brancaccio, serviva uno stimolo in più”.
Per quale occasione si riunirà la band?
“Abbiamo il “primo” concerto con questa nuova formula il 19 maggio al “Golden Pot”, in via Tiburtina Valeria 87/89, a distanza da 13 mesi dall’ultimo”.
Avete altri progetti per il futuro?
“Si, il 21 luglio avremo un concerto al quale teniamo molto: il Campotostock. Sarà un concerto di beneficenza per le persone colpite dal terremoto. C’è un legame forte con quella gente e con quel territorio e vogliamo aiutare, per quanto possibile, le persone colpite dal sisma. Teniamo molto a questo progetto anche perché nel 2010 nacquero, insieme alla nostra band, anche due fan club di cui il primo a Campotosto”.
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