INTERVISTE
AIA, Nicchi: “Occorrono più specialisti del VAR. Il mondo del calcio è cambiato, serve continuità”
NICCHI AIA INTERVISTA – Queste le parole di Marcello Nicchi, presidente dell’AIA, intervistato da La Gazzetta dello Sport sulle prossime elezioni dell’Associazione italiana arbitri, in programma domenica.
AIA, le parole di Marcello Nicchi in vista delle prossime elezioni dell’Associazione italiana arbitri
“La mia spinta viene dal fatto che i presidenti di sezione mi hanno chiesto di farlo. Ci sono cose che sono state fatte dieci anni fa che hanno bisogno di “restauri”, nel frattempo è cambiato il mondo, è cambiato il calcio, è cambiata la tecnologia, serve continuità. Intorno a me sento un grande sostegno, un grande appoggio, una grande condivisione”.
Sugli errori commessi
“A chi lavora tanto come abbiamo fatto noi in questi anni può capitare di fare qualche errore, l’importante è che sia rimediato e riconosciuto. Per la verità però mi sembra che, guardando indietro, sia difficile trovare sbagli. Tutto quello che abbiamo fatto è frutto del lavoro di una squadra che ha cooperato, che ha condiviso. E che si è mossa sempre sulla base di richieste ed esigenze che ci sono state avanzate dalle sezioni e a cui noi abbiamo risposto”.
Sugli arbitri italiani
“Le finali a livello internazionale sono affidate agli arbitri italiani. Come quella di Champions, e i riconoscimenti a Orsato o Collina, ultimamente nominato l’arbitro più forte di tutti i tempi. Sì, c’è stato un momento che abbiamo perso validissimi elementi sul piano internazionale e il ricambio non andava di paripasso, ma il gap sta venendo colmato”.
Sulle riforme urgenti da mettere in atto
“Con lo stop, per il Covid, al mondo dilettantistico senza i rimborsi tanti arbitri sono in difficoltà anche a pagare le quote sociali e serve che se ne faccia carico l’associazione. Poi va consolidata la fusione già avviata tra Can A e Can B. E la centralità sarà data alla formazione. Non solo: una svolta necessaria è quella di introdurre il doppio tesseramento che dia la possibilità a chi gioca di aprirsi una strada anche in campo arbitrale”.
Sui VAR Pro
“La cooperazione tra l’arbitro in campo e il Var è cresciuta ed è uno strumento di giustizia. Siamo aperti a cambiare: migliorare si può. Credo che un obiettivo debba essere quello di creare sempre più Var Pro, gli specialisti, una categoria sempre più centrale. La sala Var anche in questo senso è sempre più urgente. Quanto al Var a chiamata, personalmente credo che non risolverebbe nessun problema. Se ci dovessero obbligare a fare lo faremmo, ma credo sia inutile, ogni episodio dubbio all’interno del protocollo viene comunque rivisto, senza che nessuno debba aver bisogno di chiederlo”.
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