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Allegri ed il suo futuro: “Non so dove andrò”. Poi bacchetta il calcio italiano…

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ALLEGRI PAROLE JUVENTUS – Massimiliano Allegri, il tecnico dei cinque scudetti consecutivi con la Juventus, è intervenuto come ospite nel corso della trasmissione Sky Calcio Club: tanti gli spunti di riflessione seguiti alle sue parole. Per uno strano scherzo del destino – la sua presenza come ospite all’interno della trasmissione Sky Calcio Club era pianificata da settimane – il tecnico si è ritrovato a parlare della Juve, di Pirlo e del suo futuro proprio nella giornata che ha probabilmente sancito l’addio alle velleità di scudetto dei bianconeri. L’allenatore toscano si è poi soffermato sulla crisi del calcio italiano, incapace di portare almeno una squadra ai quarti di finale di Champions League.

Le parole di Allegri: sulla Juventus ma non solo

“Se vado al Napoli o alla Roma? Non so ancora niente. Mi fa piacere essere qui, fare una chiacchierata. È un po’ che non chiacchiero. Galeone ha detto che ho rifiutato quattro squadre? L’unica che tre anni fa mi cercò fu il Real Madrid ma ero ancora in parola con la Juventus. Sicuramente a giugno voglio rientrare. Mi manca godere delle gesta dei miei calciatori, io ho imparato anche molto da loro. Tornare alla Juve? Ora è impossibile dirlo, poi c’è Andrea che secondo me sta facendo bene.La stagione di Pirlo fin qui? Come si fa a spiegare come si fa l’allenatore? Ci sono due allenatori: quello dal lunedì al sabato che fa un mestiere, la domenica poi ne fai un altro, sono tante situazioni, imprevisti. Che ne sai se dopo 5 minuti ti buttano fuori uno? Sono cose che non ci sono mica scritte sui libri. Per questo io mi battevo e mi batto ancora sul fatto che la gestione delle risorse umane è fondamentale. L’allenatore vive di sensazioni, quando sei in campo – e Fabio Capello è il numero uno – è un’altra cosa. Secondo me ci sono delle cose come la comunicazione, la gestione delle risorse umane dentro e fuori dal campo, che non sono scritte su nessun libro”.

Allegri sull’addio alla Juventus

“Io alla Juventus sono stato cinque anni benissimo, la chiusura è arrivata in modo naturale. Mi dispiace che la Juventus abbia perso, ma dobbiamo dare meriti al Benevento. Non guardiamo sempre le cose negative, il Benevento oggi ha fatto una partita per cui ha meritato di vincere, ha preparato bene la gara. Parliamo anche di chi fa le cose per bene e non solo di chi le fa male. Cosa mi ha detto Andrea Agnelli quando vi siete divisi? C’è stata una diversità di vedute. Alla Juventus devi vincere. Se sapevo di Sarri? No, assolutamente. Non ce ne siamo nemmeno resi conto, è stata una chiusura naturale. La scelta è stata del presidente ovviamente, ma con lui sono rimasto in ottimi rapporti. Sono stati cinque anni fantastici e irripetibili, c’era tanta positività, sono state fatte delle scelte di mercato importanti”.

Allegri sul momento del calcio italiano

“Ho fatto delle riflessioni, penso che per il calcio italiano dobbiamo rimboccarci tutte le maniche. Credo che le eliminazioni delle italiane debbano farci riflettere. Spesso si parlava di me in contrapposizione ai ‘giochisti’. Io sono cresciuto con allenatori vecchio stile e credo che non sia tutto da buttare né questo né quello. Il calcio è roba seria, serve equilibrio. Bisogna mettere al centro di nuovo il giocatore e lavorarci. La tattica serve, ma poi in Europa affronti giocatori che passano la palla a 100 all’ora. Dobbiamo farci delle domande, riprendere a lavorare sui settori giovanili e sulla tecnica individuale. A me dispiace dirlo, ma i giocatori sono diventati uno strumento per dimostrare che gli allenatori sono bravi. Io sono stato innamorato perso dei miei giocatori, ieri ho visto con mio figlio un servizio su Ronaldinho e mi sono emozionato. Non si può mettere al centro la tattica se non hai i giocatori giusti”.

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