INTERVISTE
Bologna, Mihajlovic: “Ammalarsi non è una colpa, il segreto è non mollare mai. Razzismo? Una volta sbagliai anche io…”
BOLOGNA MIHAJLOVIC – Un avvio di stagione ad alti e bassi quello che sta vivendo il Bologna. La squadra di Sinisa Mihajlovic non riesce a dare continuità di risultati al suo percorso. Dopo sette giornate di campionato, i rossoblù hanno raccolto appena sei punti, frutto di 2 vittorie e 5 sconfitte. La pausa per le Nazionali può essere un buon viatico per cercare un rimedio efficace a questa situazione. L’allenatore, intanto, ne ha approfittato per presentare anche il suo nuovo libro: “La partita della vita”. Mihajlovic ne la parlato in un’intervista a Il Corriere della Sera.
Sinisa Mihajlovic e la malattia
“Ammalarsi non è una colpa. Succede, e basta. Ti cade il mondo addosso. Cerchi di reagire. Ognuno lo fa a suo modo. La verità è che non sono un eroe, e neppure Superman. Sono uno che quando parlava così, si faceva coraggio. Perché aveva paura, e piangeva, e si chiedeva perché, e implorava aiuto a Dio, come tutti. Pensavo solo a darmi forza nell’unico modo che conosco. Combatti, non mollare mai. Chi non ce la fa non è certo un perdente. Non è una sconfitta, è una maledetta malattia. Non esiste una ricetta, io almeno non ce l’ho. Tu puoi sentirti un guerriero, ma senza dottori non vai da nessuna parte. L’unica cosa che puoi fare è non perdere voglia di vivere. Il resto non dipende da noi”.
Mihajlovic presenta “La partita della vita”
“Perché mi racconto dal letto di ospedale? Non avrei potuto fare altrimenti. Adesso siamo qui a parlare, sul terrazzo della mia casa, davanti alla città più bella del mondo, Roma, mentre fumo il mio sigaro. Mi godo ogni momento. Prima non lo facevo, davo tutto per scontato. Conta la salute, contano gli affetti. Nient’altro. La malattia mi ha reso un uomo migliore”.
Un episodio di razzismo in Lazio Arsenal da cancellare
“Ottobre 2000, Lazio-Arsenal di Champions League. Da quando gioco a calcio ho dato e preso sputi e gomitate e insulti. Succede anche con Vieira. Gli dico nero di m… Tre giornate di squalifica. Sbagliai, e tanto. Lui però mi aveva chiamato zingaro di m… per tutta la partita. Per lui l’insulto era zingaro, per me era m… Nei confronti di noi serbi, il razzismo non esiste. Sono un uomo controverso e divisivo, si dice così? E ci ho messo anche io del mio. Facevo il macho, dicevo cose che potevo tenere per me. Ma se faccio una cazzata, e ne ho fatte tante, mi prendo le mie responsabilità.”
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