Canigiani: “Venivamo da un rapporto complicato con i tifosi, ora è migliorato”

LAZIO CANIGIANI TIFOSI – Nel corso del Social Football Summit, che si sta tenendo in questi giorni allo stadio Olimpico, ha preso la parola anche Marco Canigiani, il responsabile marketing della Lazio, che parlato del rapporto con i tifosi: “Nella campagna abbonamenti lanciata quest’anno abbiamo scovato un bambino sui social, Thomas, che ha sintetizzato tutto il nostro pensiero, cioè la chiave emozionale per riportare i tifosi allo stadio. Venivamo da un rapporto complicato con i supporters biancocelesti, poi per fortuna è migliorato. Serviva una chiave per mettere insieme tradizione e innovazione. Il tifoso ha dentro di sé degli elementi emozionali, ma è anche un cliente che deve essere rispettato. Chiunque lavora nel nostro settore deve rispettare il tifoso. Nel calcio, dal punto di vista del business, tutto corre molto velocemente, e ci sono modelli che cambiano da un momento all’alto”.

Lazio Canigiani sul caso Bielsa

“Quando abbiamo preso Bielsa, la campagna abbonamenti fu impostato attorno alla figura dell’allenatore, ma poi lui stesso non volle venire dopo aver firmato. È successo che sui giornali il giorno dopo l’apertura della vendita degli abbonamenti abbiamo letto che ne erano stati venduti solo 11. Questa cosa ci ha delusi, ma ci ha anche stimolato a farci venire nuove idee per promuovere la campagna. Quel numero casualmente è quello dei giocatori in campo, può essere una nuova squadra che ha creduto in qualcosa che ancora non c’è e che può ribaltare la situazione. E allora abbiamo deciso di mandare a queste 11 persone la nuova maglia, a sorpresa, presentandoci con alcuni calciatori a casa della gente. Le reazioni sono state bellissime. Un bambino ha chiamato i suoi amici per raccontare questa storia. Un altro signore ha incontrato De Vrij e Hoedt, e la moglie disse “peccato che non c’è mia figlia, con due ragazzi così belli gliela avrei fatta conoscere”. Sky ha mandato in onda i video, i giornali italiani e internazionali ne hanno parlato e ci hanno chiesto i contatti delle persone per farsi raccontare l’emozione che hanno provato”.