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Marchetti: “Alla Lazio sono ripartito e mi sono ripreso tutto”

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Federico Marchetti, ex portiere della Lazio

LAZIO MARCHETTI INTERVISTA – Federico Marchetti, ex portiere della Lazio ora all’Hamrun Spartans, ha rilasciato un’intervista nella quale ha parlato anche di Lazio tra presente, passato e futuro post ritiro.

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Marchetti: “Con Lotito nessuna recriminazione in sospeso”

Queste le parole di Federico Marchetti a Tuttomercatoweb.com sul suo arrivo a Malta: “Succede che la settimana prima, una decina di giorni forse, del playout tra Spezia e Verona. Ad allenare gli Hamrun c’è Zauri, amico di vecchia data, ci eravamo un po’ persi. Abbiamo fatto qualche cena, a Roma, poi gli ho mandato l’in bocca al lupo e lui, un po’ scherzoso ma forse no, mi chiede cosa faccio”.

Sull’approdo all’Hamrun Spartans

“Dipendeva dall’esito: se lo Spezia si salvava, avevo un altro anno di contratto, ma la B non volevo giocarla. Meglio smettere. E allora mi chiede di darmi una mano, dicendomi di fare un giro qua a fine campionato anche per vedere le strutture e parlare con i dirigenti ed esponenti della società. Lo Spezia poi è retrocesso, io vado lì, vedo la situazione e mi stimola il fatto che giochino il preliminare di Champions”.

Sul suo rapporto con Lotito

“I presidenti che ho avuto sono stati tutti estremamente intelligenti, complicati per certi versi. Tralasciando Cagliari, dove Cellino mi ha dato una bella mazzata tenendomi un anno fermo per sue vedute dopo il Mondiale, poi alla Lazio sono ripartito e mi sono ripreso tutto. Con Lotito non ho nessuna recriminazione in sospeso, hanno fatto delle scelte, volevano puntare sui giovani, io avevo situazioni incasinate anche extra-campo. All’ultimo anno di contratto, senza accordo, sono rimasto fuori rosa come altri. Superati i 34-35 anni si tende a etichettarti come figura di contorno”.

Su cosa farà dopo il ritiro

“Vivo molto alla giornata questa esperienza, è nata così e così la affronto. Mi piacerebbe allenare in futuro, due volte a settimana per loro alleno anche i giovani portieri, 12 anni, mi sto cimentando anche su questa strada alternativa. Inizio da preparatore dei portieri, perché non potevo non partire così, ma mi piacerebbe fare l’allenatore di una prima squadra. Ho esperienza e visione da dietro, certi pensieri che avevo si sono realizzati in campo. Ora vedremo, ho già preso il patentino UEFA B e quando smetterò farò il UEFA A. Conoscere nuove culture aiuta e apre la mente, anche se è un campionato secondario qui hai a che fare con realtà diverse, che arricchiscono, è inevitabile”.

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