INTERVISTE
Signori: “Io allenatore? Mi manca l’odore dell’erba”
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BEPPE SIGNORI – Dopo 10 anni di accuse per implicazioni nelle scommesse clandestine, Beppe Signori è stato finalmente scagionato. Ora l’ex bomber della Lazio vuole riprendersi ciò che ha perso. Al Foglio Sportivo ha rilasciato una lunga intervista in merito a ciò.
Beppe Signori al Foglio Sportivo
“Futuro da allenatore? A me manca l’odore dell’erba, andare sul campo, stare con i ragazzi, una prima squadra o un settore giovanile. Vediamo. Tutti dicono: ‘Ah, ma quello non ha esperienza’. Anche Sacchi non aveva esperienza alla prima panchina. Chiunque cominci a fare qualcosa è alla prima volta, è la vita. Capisco la diffidenza, sarebbe un salto nel buio, ma io so cosa posso mettere a disposizione”.
Esempi da seguire
“Ho avuto cinque, sei allenatori in A, e credo che ognuno di loro mi abbia dato qualcosa. Sotto ogni punto di vista: umano, tattico, fisico”.
Tempo al tempo
“Come diceva Zeman: il tempo è fondamentale. Per le scelte, per fare gol. Pallatempo. Quindi il mio rapporto con il tempo è decisivo, è molto stretto. Anche in questa situazione di ricerca di una panchina è importante. Aver aspettato dieci anni è stato pesante, e tuttavia non ho così fretta. Sarebbe sbagliato andare allo sbaraglio solo perché ho perso dieci anni. Dieci o undici non cambia nulla. Credo che a tutti sia data la possibilità di poter allenare. Dipende se sarò bravo a sfruttare l’occasione”.
Momenti difficili
“Per un bel pezzo io e mia moglie abbiamo avuto la sindrome da campanello. Chi è, chi è, chi è. Magari era il postino, ma avevamo la paura che fosse un carabiniere o un poliziotto. Ai miei figli ho detto: voi dovete essere orgogliosi di Beppe Signori come giocatore, ma più di vostro padre, perché alla fine riuscirà a dimostrare che le cose non sono andate così. Adesso sono felici”.
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