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Lazio, ecco Correa: identikit di un talento (ancora) inespresso
APPROFONDIMENTO LAZIO CORREA – Cercare il sostituto di Felipe Anderson che, dopo cinque anni in biancoceleste, ha fatto le valigie destinazione West Ham, era tra le priorità della Lazio in questa finestra di mercato…
APPROFONDIMENTO LAZIO CORREA – Cercare il sostituto di Felipe Anderson che, dopo cinque anni in biancoceleste, ha fatto le valigie destinazione West Ham, era tra le priorità della Lazio in questa finestra di mercato. Correa, giovane argentino non del tutto sconosciuto alla nostra Serie A, è stato considerato il profilo giusto per prendere il posto del brasiliano.
IDENTIKIT – Il 13 agosto del 1994, in un paese della provincia di Tucumán, in Argentina, nasce Carlos Joaquín Correa, soprannominato El Tucu. Inizia a muovere i suoi primissimi passi nel mondo del calcio in adolescenza, nelle giovanili del River Plate. Poi approda all’Estudiantes ed il 19 maggio del 2012, non ancora maggiorenne, esordisce in Prima Squadra in occasione della gara vinta contro il Banfield per 3-0. Con Los Pincharratas giocherà quattro anni nel ruolo di ala sinistra, collezionando 58 presenze e 5 reti.
L’ARRIVO IN ITALIA – È il 9 gennaio del 2015 quando la Sampdoria ufficializza l’acquisto del giovane per una cifra intorno ai dieci milioni di euro. Fu il connazionale Veron, allora dirigente dell’Estudiantes, a consigliare all’argentino il club blucerchiato come prima tappa della sua carriera europea. Esordisce il 15 febbraio successivo, giocando come titolare nella gara contro il Chievo. La prima rete arriva il 17 gennaio dell’anno successivo quando, col numero 10 sulle spalle, spiazza il portiere del Carpi. Pochi gol nella sua esperienza italiana (come dimenticare il clamoroso errore contro l’Inter) ma potenziale sufficiente da spingere il Siviglia a puntare sul fantasista argentino, che nel 2016 si trasferisce nel club andaluso.
IL SIVIGLIA – In Spagna l’argentino trova il suo “habitat naturale”, fatto di dribbling e giocate eleganti, di azioni veloci e giochi di piedi apparentemente impossibili. Quindici le reti messe a segno con la maglia del Siviglia, lo stesso numero dei cartellini gialli che ha rimediato in 71 occasioni. In 4.365′ minuti di gioco, un solo rosso che gli è valso l’espulsione.
IL GRANDE SALTO: LA LAZIO – Un percorso, quello del classe ’94, che è stato un crescedo sia in qualità che in quantità. Un talento ancora acerbo, che potrebbe trovare in Inzaghi la formula giusta per esprimersi al meglio: Luis Alberto docet. Sarà il mister ad aiutare El Tacu a crescere, lavorando anche sulla personalità. La stessa che forse, a volte, gli è mancata.
Alessandra Marcelli
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