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4-2-3-1 e si torna a volare, ma Reja è sempre più lontano dalla società

Il tecnico goriziano sembra ormai in totale disaccordo con la società biancoceleste, ma ha trasformato i fischi dei tifosi in applausi e affetto

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4-2-3-1 e si torna a volare, ma Reja è sempre più lontano dalla società

Il tecnico goriziano sembra ormai in totale disaccordo con la società biancoceleste, ma ha trasformato i fischi dei tifosi in applausi e affetto

 (getty images)

 

A 24 ore dal successo sul Milan è tempo di analisi e giudizi. La Lazio ha chiuso una settimana di polemiche e veleni. Dopo la vittoria di Verona di domenica tutti si aspettavano due giorni di mercato ricchi di soddisfazioni. Honda, Palombo, Nilmar, Guarin, Krasic e Inzaghi sembravano i candidati a trasferirsi nella capitale. Questa volta nessuno aveva dubbi, la società avrebbe investito e sarebbero arrivati nomi importanti per dare l’assalto alla Champions League. Passavano in sordina le partenze di Sculli e Cisse desiderosi di provare vecchie e nuove esperienze. I tifosi ci credevano e sognavano un numero dieci dagli occhi a mandorla o un attaccante sudamericano veloce e imprevedibile da affiancare a Miro Klose. Le ore passavano e anche il tecnico, a quattro ore dalla fine della sessione di mercato, era sicuro che qualcuno di valore sarebbe arrivato. Un martedì frenetico con Tare che tratta fino all’ultimo, ma uno per uno gli obiettivi svaniscono e con loro la pazienza dei tifosi biancocelesti. All’ultimo secondo è arrivato Antonio Candreva. SI proprio lui che aveva dichiarato ai quattro venti la sua fede calcistica per la Roma e il suo amore per Totti e De Rossi. I sostenitori sfogano su di lui, che ovviamente non c’entra niente e si trova in mezzo a questa situazione, tutta la loro delusione.

I malumori non sono solo tra i tifosi, ma anche nello spogliatoio. Voci si rincorrono per tutto ieri su discussioni furibonde, liti e minacce di addio. Ovviamente sono rumors. Un confronto c’è stato, ma da persone mature, ci si è rialzati e si è andati avanti. Molto bene vista la prova gagliarda e tutto cuore messa in campo ieri contro i campioni d’Italia in carica. Una cosa è certa, però, ormai si è arrivati ad una spaccatura: Reja, squadra e tifosi da una parte, Lotito e Tare dall’altra. L’atmosfera all’Olimpico ieri era irreale con cori ed applausi per i protagonisti in campo e fischi e cori contrari per presidente e direttore sportivo. Anche le dichiarazioni contrastanti e opposte con Tare che nega qualsiasi discussione e Reja che in parte conferma danno un’idea di una distanza che aumenta sempre di più tra i due. Il diesse albanese non ha gradito l’ammissione del friulano sulla trattativa Guarin e ieri si è affrettato a smentire il fatto che il colombiano venisse seguito da un mese, ma che, invece, fosse sotto osservazione solo da un paio di giorni. Ma anche la diversità di vedute su Alfaro (inutile o giù di lì per Reja, giovane di prospettiva per Tare) che, tra l’altro, si è anche infortunato e ancora non ha avuto modo di farsi vedere. La spaccatura è ormai insanabile e si va sempre più verso un divorzio quasi inevitabile a giugno con il mister pronto a volare via dalla capitale. Ma purtroppo non è finita qui. Infatti, il caso Klose scuote un po’ l’ambiente. L’infortunio del tedesco, rimasto molto deluso dal mercato invernale, lascerebbe la Lazio con il solo Rocchi in avanti viste le indisponibilità di Kozak e Alfaro. Il tedesco avrebbe avuto uno scambio di vedute con Tare per essersi esposto in prima persona per Olic e Podolski, giocatori che poi non sono mai stati veramente trattati dalla società. Il tedesco è stato fino ad ora l’arma in più dei biancocelesti e lo dimostrano i 12 gol in campionato

L’infortunio del panzer ha costretto Reja a mischiare le carte in tavola e ad affidarsi al 4-2-3-1 che l’anno scorso aveva fatto volare la Lazio. E anche quest’anno i biancocelesti sono tornati a convincere. Marchetti è una certezza;Konko, quando gioca, fa la differenza; Radu è tornato ai suoi livelli; Dias, Biava e Stankevicius si sono comportati egregemente contro Ibra. Matuzalem e Ledesma hanno coperto e dato sicurezza alla difesa per poi far partire sulle fasce i treni instancabili, sempre presenti e costanti Lulic e Gonzales. Impressionante il rendimento dei due che continuano a stupire per carattere, grinta e tenacia. Hernanes è tornato sui livelli di una stagione fa che gli aveva permesso di segnare 11 gol e di eguagliare un idolo  delle plateee come Pavel Nedved (quest’anno è già a quota 6). Il brasiliano ha realizzato un gol bellissimo e ha reso vana la marcatura a uomo di Van Bommel che gli aveva riservato Allegri. Rocchi è stato un vero capitano e si è preso sulle spalle la responsabilità della squadra e ha fatto la differenza. Il tecnico ha dato una risposta anche a chi paventava le sue dimissioni al termine della gara. Il goriziano non abbandona la nave.

Come ha detto Reja:” Finchè dura proviamo a restare lì in alto…Speriamo che duri fino alla fine“. Questo è quello che si augurano tutti i tifosi della Lazio che ieri sera hanno vissuto una serata magica che ha visto i biancocelesti tornare a battere il Milan in campionato dopo 14 anni e 27 scontri diretti. I tifosi vogliono continuare a sognare e sono al fianco dei ragazzi perchè SOGNARE NON COSTA NULLA.

Antoniomaria Pietoso  

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