ACCADDE OGGI. Fuser alza al cielo la Coppa Italia, la città eterna diventa biancoceleste…

ACCADDE OGGI LAZIO – Mercoledi 29 aprile 1998. Allo stadio Olimpico di Roma, va in scena la finale di Coppa Italia tra Lazio e Milan. ll sig. Treoli arbitra il match tra la formazione di Eriksson ed i rossoneri. Marchegiani, Grandoni, Nesta, Negro, Favalli, Fuser, Venturin, Jugovic, Mancini, Nedved e Casiraghi si giocano la più importante coppa calcistica italiana. Al 46′ la squadra di Capello si illude grazie alla rete di Albertini, complice anche l’1-0 nella gara di andata: non si sarebbe di certo aspettato la rimonta biancoceleste in soli dieci minuti. Al 55′ Gottardi – subentrato a Grandoni – mette a segno il gol del pareggio; al 58′ Jugovic trasforma un rigore in rete, e al 65′ Nesta mette il sigillo al risultato valido per la vittoria. Finisce 3-1 per i padroni di casa. I quasi 65 mila tifosi presenti sono in visibilio.

GIOIA BIANCOCELESTE – La Gazzetta dello Sport titola: “Lazio, una coppa di felicità”. In effetti la lunga notte biancoceleste all’Olimpico è all’insegna della gioia e dell’euforia. Eriksson si inchina davanti ai tifosi che lo osannano; Cragnotti salta sotto la Nord, poi piange commosso ripensando agli sforzi fatti per riportare in auge la società. “Non chiedetemi nulla. Sono in cielo. E’ una gioia immensa dopo tanti sacrifici. E’ solo il primo tassello di una costruzione che immagino splendida. Ringrazio l’allenatore, il gruppo dei ragazzi, i tifosi. Sono stati tutti splendidi e ora guardiamo avanti”.

L’ERA CRAGNOTTI – La Lazio ritrova cosi la vittoria in casa che le mancava da 50 giorni. E, con essa, arriva anche il primo di una lunga lista di trofei dell’era Cragnotti. Scudetto, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Uefa, a cui si aggiungono una finale di Coppa Uefa e due secondi posti in campionato. Eriksson ci aveva visto lungo: “Spero proprio che questo sia il primo trofeo di una lunga serie. Cragnotti è la maggiore garanzia per il futuro”.