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ACCADDE OGGI. Lazio-Monza 0-1, i biancocelesti sprofondano in B

ACCADDE OGGI – Una sconfitta che si somma a caos e crisi societaria…

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ACCADDE OGGI – 27 aprile 1986. Trentunesima giornata di campionato di serie B, in cui la Lazio era retrocessa l’anno precedente. Allo stadio Olimpico, il sig. Gava arbitra la sfida col Monza. Gli undici biancocelesti – Ielpo, Corti, Calisti, Galbiati, Calcaterra, Fonte, Torrisi, Vinazzani, Poli, Toti e Garlini – scendono contro la squadra che nel corso della sua storia collezionerà più presenze in B (38 edizioni) senza mai riuscire ad ottenere la promozione nella massima serie. Circa 15.000 tifosi assistono all’ennesima disfatta del club capitolino. 0-1 in casa per i biancocelesti, che sprofondano cosi in una classifica già fortemente tragica. Un punto dal Catanzaro e due da Pescara e Arezzo.

CRISI IN CAMPO E FUORI – Una crisi calcistica che si somma con quella della società. Caos, debiti, giocatori senza stipendio. D’altronde, la lunga storia della Lazio si è differenziata dalle altre anche per questi continui alti e bassi. Ma certamente, quella del 1986 è “un’annata storta“, come ha dichiarato a fine gara il tecnico biancoceleste Simoni, che affida a Il Tempo lo sfogo e l’amarezza del post-partita. “Non si può giocare con una difesa da reinventare ogni domenica. Una decina di palle gol, un rigore sbagliato, un gol in fuorigioco. Che resta da dire? Stringiamo i denti – dichiara, annunciando un ritiro anticipato -. Per cercare di recuperare almeno la testa“.

DETERMINAZIONE – La testa. Quella che serve nelle criticità e nelle difficoltà per rialzarsi ed andare avanti più forti di prima. La testa, la stessa che è servita ai biancocelesti per il raggiungimento di un unico, grande obiettivo: il ritorno in A. Succederà il 19 giugno di due anni dopo. In una domenica di inizio estate del 1988, i 42 mila tifosi presenti all’Olimpico sono appesi alle radioline per il grande sprint con il Catanzaro. I calabresi non mollano, ma alla fine finiscono un punto sotto la fatidica quota della promozione. Bologna 51, Lecce 49, Lazio e Atalanta 47: sono loro le quattro neopromosse. Ora l’auspicio di tutti i cuori biancocelesti è solo uno: “mai più in serie B”. E cosi sarà.

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