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Aic, Tommasi attacca: “FIGC non è credibile, Tavecchio si dimetta”
AIC TOMMASI – Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, dopo la mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018, sa da dove ripartire…
AIC TOMMASI – Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, dopo la mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018, sa da dove ripartire. Ne ha parlato alla Gazzetta dello Sport.
TAVECCHIO – “Mi auguro che lunedì ci sia una presa di coscienza e che Tavecchio non abbia la maggioranza per andare avanti. Noi ci saremo e chiederemo le dimissioni del consiglio”.
DIMISSIONI – “Bisogna azzerare il consiglio federale e convocare nuove elezioni. Questo è il primo passo per qualsiasi discussione. L’ho detto chiaramente in riunione, ma le altre componenti vogliono sentire le proposte di Tavecchio, cioè a loro va bene ripartire con le stesse persone e le stesse logiche. A noi no. Cosa succederà nel Consiglio federale di lunedì? Ho la quasi certezza che si cercherà di avere il consenso attraverso una redistribuzione delle risorse e degli incarichi, anche grazie alla nuova legge Melandri che consente alla Figc di distribuire i fondi. La conta dei voti è la cosa che lascia più sgomenti. Pensare di andare avanti con questa governance, dopo quello che è successo, vuol dire non avere senso delle istituzioni. Il contesto è eccezionale. È vero che la Federazione è un ente privato. Ma, a parte il fatto che se lo fosse davvero avrebbe altre dinamiche, bisogna rendersi conto che la Figc e la Nazionale sono fatti pubblici e, come tali, vanno vissuti con responsabilità. Il limite di tutto lo sport italiano, non solo del calcio, è che il consenso è dato da chi è destinatario delle risorse. Ma così facendo ci sarà sempre maggiore disaffezione della gente rispetto ai ruoli di rappresentanza”.
ACCORDO – “Noi siamo disponibili a sederci attorno a un tavolo, affrontare tutte le criticità del sistema, con l’auspicio che ogni componente faccia un passo indietro e senza aver paura di copiare le buone pratiche dall’estero. Magari riusciremo anche a trovare un candidato unico sulla base di un programma condiviso. Ma prima è necessario un segno di discontinuità. Altrimenti il rischio è di ripetere gli errori del passato: promettere le riforme, accontentare questo e quello, tirare a campare. Voglio parlare di calcio quando sarà l’ora, solo davanti a un atto di responsabilità da parte di Tavecchio e del consiglio. Se siamo fuori dal Mondiale è perché da troppi anni non si pensa a un progetto sportivo, né in Figc né nei club. Le seconde squadre? Non ne voglio parlare. Lunedì le tireranno fuori giusto per dare un contentino ma è follia pura pretendere di andare avanti a colpi di maggioranza. Hanno mandato via Ventura ma non sono credibili. Tutti si chiedono: Tavecchio esonera il ct e lui non se ne va? Questa nostra posizione è unanime. Visti i messaggi che ricevo in queste ore, mi conforta il fatto di aver interpretato bene il sentimento dei calciatori, che è lo stesso degli appassionati. Cerco da tempo di coinvolgere i grandi ex ma avverto in loro un senso di scoramento perché le cose non cambiano mai. Speriamo che dopo lunedì i giornali continuino la loro battaglia, senza accontentarsi dell’annuncio di un ct di grido”.
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