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ANNA FALCHI si carica per il derby: “Sarò allo stadio. Peccato per HERNANES, ma c’è KEITA che sarà la nuova bandiera”
L’attrice ha poi aggiunto: “Reja è il vero profeta, non andava cacciato e richiamato; per domenica mi affido al fattore K.” Poi racconta il suo amore per la Lazio…
NOTIZIE SS LAZIO- E’ la madrina della Lazio, compagna di tante vittorie, come quella indimenticabile dello scudetto, in cui è scesa in campo. Anna Falchi è divenuta con il tempo un personaggio poliedrico, ma con la passione per i colori biancocelesti mai abbandonata. Intervistata da ‘Cinque Quotidiano’, Anna Falchi ha raccontato la sua settimana del derby.
Lei è finlandese di nascita, ma vive a Roma da quando aveva sei anni. Come è nato questo amore per la Lazio?
«Abbiamo molte cose in comune, io mi chiamo Falchi di cognome e la Lazio ha l’aquila come simbolo. I colori del club sono biancocelesti, proprio come quelli della bandiera del mio paese di nascita, e poi c’è la Curva Nord, e io di curve nordiche ne so qualcosa. Poi mio fratello è romanista per cui ci giochiamo anche questo derby in famiglia, ma non lo guardiamo mai insieme».
Per la Lazio è una stagione difficile, ha vinto la Coppa Italia a maggio ma ora è già fuori dai giochi…
«Io di coppe Italia ne ho viste vincere due alla mia Lazio, e anche se è uscita credo che con il Napoli si sia comportata davvero bene, ha giocato a testa alta. E poi ora con Reja ha fatto undici punti in cinque partite, la squadra ha ritrovato uno spirito vincente, anche con i nuovi acquisti. Peccato per la partenza di Hernanes, ma il gruppo ha dimostrato vincendo domenica di aver reagito subito, non ne ha risentito. E poi il vero profeta, come hanno scritto alcuni giornali, è proprio mister Reja».
L’esonero di Petkovic, l’arrivo di Reja, la cessione di Hernanes e le contestazioni a Lotito. Che ne pensa di tutto ciò?
«Io forse non avrei mandato via Reja per poi richiamarlo, e su Petkovic pesa come un macigno il ko con il Verona per 4-1 del 22 dicembre. L’Hellas non sarà il Chievo, ma quelle sono batoste gravi però. E su Hernanes, io preferisco pensare a chi è rimasto, sono per Keita, per il nuovo che avanza anche se ha poca esperienza. Lotito? Le minacce che ha ricevuto mi sembrano eccessive. I tifosi non comprendono a volte lo sforzo che questi imprenditori fanno per i club. Bisognerebbe mettersi nei loro panni e accettare anche le decisioni che prendono come questa di fare economia in tempi di crisi e di rinverdire la rosa».
Le piacciono gli altri sport? Segue o pratica una disciplina in particolare?
«Amo molto il nuoto e sono una tifosa di Federica Pellegrini, l’ho vista anche dal vivo ai Mondiali del 2009 vincere l’oro. Che emozione! E poi sia mia figlia che le mie nipoti praticano questo sport alle piscine del Coni anche a livello pre-agonistico. L’ho fatto anch’io quand’ero piccola, ma poi ho lasciato quella strada, chissà se avessi continuato a che livelli sarei potuta arrivare, forse sarei potuta diventare una campionessa (e lo dice quasi con un pizzico di nostalgia, ndr)».
Calcio e cinema, passioni che diventano anche lavori quotidiani…
«Sì, ora sto conducendo un programma a Napoli che si chiama “Number Two” sul canale 34, proprio sul calcio partenopeo. Da sportiva dico che il Napoli è una squadra competitiva, che lotta nella parte alta della classifica, ma io rimango sempre tifosa della Lazio. Mi piace molto questo programma, era una cosa che mancava nel mio curriculum, è una grande palestra, ci sono tanti ospiti e giornalisti. Prima ero solo una tifosa, ora sto piano piano diventando più esperta e poi il calcio mi appassiona. Da oltre dieci anni, invece, con mio fratello Sauro lavoriamo nella co-produzione di film d’autore, di qualità, non quelli da botteghino. Forse non li vedono in molti, ma ai vari festival le nostre produzione ricevono sempre tanti premi e questo è gratificante».
Un lavoro impegnativo, una bambina piccola, ma quanto conta l’amore nella sua vita?
«Tantissimo, è il mio equilibrio. Il lavoro è precario, oggi c’è domani chissà, gli affetti invece sono la base della vita».
E lei è innamorata in questo momento?
«Assolutamente sì. È una carica, mi dà energia».
Come lo vede il derby di domenica?
«Certo la Roma parte favorita, è forte quest’anno, ma la Lazio si è sbloccata, ora ha la mentalità giusta per fare bene. Mi dispiace che al derby mancherà Biglia che è squalificato e stava facendo bene. Però ci saranno Mauri, Konko e Marchetti, tre rientri importanti. E soprattutto giocherà Keita, è giovane ma ha classe da vendere, promette bene e credo sarà la nuova bandiera della Lazio».
Chi sarà l’uomo derby?
«Klose o Keita, ci affidiamo al fattore K. E per la Roma Totti è sempre pericoloso, ha tanta esperienza, ma al momento il giocatore che temo di più è Gervinho».
Un pronostico?
«No non me lo chieda, preferisco non dirlo. Chiudiamo così: sempre e comunque Forza Lazio!»
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