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AUGURI A CANA, il “guerriero” albanese con l’aquila nel cuore…
Il Capitano della Nazionale albanese e difensore della LAZIO, oggi compie 30 anni. Un traguardo importante per il numero 27 biancoceleste, ambasciatore UNICEF e simbolo della sua patria. Un ‘guerriero’, proprio come uno dei suoi idoli, Giorgio Castriota Scanderberg…
NOTIZIE SS LAZIO – Lorik CANA, capitano della Nazionale albanese e difensore della LAZIO, oggi compie 30 anni. Un traguardo importante per il numero 27 biancoceleste. Ambasciatore UNICEF e simbolo della sua patria, CANA esordisce con la maglia dell’Albania a 19 anni l’11 Giugno 2003: gara di qualificazione degli Europei contro la Svizzera (3-2 per gli elvetici, ndr) che vede in campo anche Igli TARE. Acquistato dalla LAZIO nel 2011, Lorik colleziona la sua prima presenza il 21 Settembre 2011 in Cesena-Lazio 1-2 e mette a segno la sua prima rete in biancoceleste il 10 Dicembre 2011 contro il Lecce, sconfitto in casa per 2-3.
Lui, nato in KOSOVO, nel 1990 a soli 7 anni, è costretto a fuggire con la famiglia in Svizzera. Nel suo Paese si respira un momento di crescenti tensioni con i serbi, che iniziano a reprimere gli abitanti albanesi della regione (da sempre contesa, ndr) con pesanti leggi discriminatorie. Il padre di CANA, Agim, anch’egli calciatore professionista, decide allora di lasciare il Paese, dove inizieranno i conflitti l’anno seguente, e firma per il Montreaux. “La guerra è stata terribile per la nostra gente. Non ho perso molte persone della mia famiglia, ma gli ex vicini di casa sono morti“, ricorda Lorik della guerra. “All’inizio è stato davvero difficile per me per giocare a calcio, perché ero sempre col pensiero alla guerra. La cosa peggiore è che, per otto o nove anni, non c’è stata alcuna possibilità di tornare in Kosovo, e non ho avuto modo di vedere il resto della mia famiglia e gli amici”.
Il suo cuore resta lì, con la sua gente, ma la sua carriera si sposta in Francia, dove firma per il PSG: “Ora da ciò che è accaduto agli albanesi del Kosovo riesco a trarre tutta l’energia per giocare a calcio. Voglio dare il massimo per tutto il tempo, per rendere la mia famiglia e il mio popolo orgoglioso“. Non è più solo l’orgoglio di vestire una maglia importante come quella del Paris Saint-Germain, ma la necessità di un giovane uomo di portare la causa del suo Paese alla ribalta, per gridare i propri diritti. Può scegliere di far parte di due diverse Nazionali, avendo altrettanti passaporti (albanese, francese, ndr), ma “per me è un dovere giocare per l’Albania”, risponde con orgoglio.
La parentesi più bella è quella con il MARSIGLIA: “Dopo il Kosovo e l’Albania, Marsiglia è al terzo posto per me. E’ stata l’esperienza più bella che ho avuto, la mia famiglia vive ancora lì“. Poi la parentesi Sunderland, dove CANA resta solo per un anno e lascia il club inglese riconsegnando a malincuore la fascia di capitano. Destinazione Turchia, dove il Galatasaray gli offre palcoscenici migliori, come la Champions League, ma i motivi non sono solo quelli: “Mi è stata offerta l’opportunità di giocare in Champions League, è vero, ma soprattutto ho scelto il Galatasaray per essere più vicino alla mia famiglia, all’Albania“. Ma il Galatasaray, squadra che molti suo connazionali adorano, è anche la società fondata da Ali Sami Yen, figlio dello scrittore albanese Sami Frashëri che, precursore dei tempi, nel suo libro “L’Albania – Che cosa è stato, quello che è, e che cosa ne sarà di essa“, pubblicato nel 1899, aveva prospettato la possibilità di una repubblica indipendente d’Albania, cosa che avvenne con la dichiarazione del 1912, otto anni dopo la sua morte.
LORIK e i TATUAGGI – “Sono qualcosa di personale, li faccio perché ne sento il bisogno. I tatuaggi hanno sempre un significato”. Dall’elmo illirico, all’AQUILA nera a due teste (simbolo del suo Paese, ndr), fino ad una poesia dedicata all’Albania tatuata sulla sua schiena. Ma c’è anche una data storica, “il 2 marzo 1444“, data in cui venne eletta all’unanimità la guida del popolo albanese. Lui era Giorgio Castriota SCANDERBERG, patriota e comandante di quell’esercito che per ben 25 anni fermò l’invasione dell’Impero Ottomano, allora considerato il più forte del mondo. Infine un’altra aquila, sulla parte sinistra della schiena, con la scritta “BALLIST“. Un guerriero, insomma, così come viene soprannominato, che combatte pacificamente in campo e fuori per la sua Nazione e per un altra aquila, quella biancoceleste.
Arianna Botticelli (Twitter @AriannaML81)
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