COPPA ITALIA
BALZARETTI: “Il 26 maggio? E’ stato un trauma: i tifosi stavano male, noi anche peggio…”
Il terzino giallorosso ricorda: “Mia moglie mi chiedeva come stessi, non ho parlato per una settimana”…
NOTIZIE LAZIO – Protagonista del programma ‘Slideshow’ (dove si ripercorre l’intera carriera calcistica in un giocatore, ndr), in onda su Roma TV, Federico Balzaretti si racconta a 360°: dagli esordi col Torino, al tribolato passaggio alla Juventus, dagli anni difficili a Firenze fino all’esplosione col Palermo. Un racconto nel quale non poteva non rientrare il 26 maggio 2013: “La finale di Coppa Italia, a livello sportivo il giorno più doloroso. Il fatto di giocare una finale contro la Lazio a Roma, era la finale di un campionato del mondo. Le pressioni erano quelle, il valore al di là della Coppa Italia era quello, parlando con Francesco e Daniele anche loro dicevano la stessa cosa. Il mese vissuto prima della finale è stato qualcosa di grandissimo, forte e pesante e non siamo riusciti a dare quel che dovevamo. Una delusione incredibile, i tifosi stanno male, noi stiamo peggio. Sono stato una settimana senza aprire bocca, mia moglie mi chiedeva come stessi, è stato un trauma. E’ la vita, ne ho perse tre di finali in tre anni, arrivi sempre in fondo alle competizioni e sono stato sfortunato. Ho perso col Palermo, con la Nazionale e con la Roma. Arrivare in fondo a tutti gli obiettivi è difficile, farsi sfuggire l’obiettivo resta dentro. Questa partita resta particolarmente speciale, dove a livello sportivo è stato il giorno peggiore della mia vita”. Da un ricordo brutto (per lui, meno per l’altra metà di Roma…), si passa alla poi ad un bello: “Il gol nel derby successivo? Uno dei momenti più belli a livello professionale. In questo gol c’è tutto quello che sono io, quello che rimane alla gente è quello che uno dà in campo e la persona che sei, è quello che mi piacerebbe che i compagni e la gente si ricordasse di me, che si ricordino chi ero, poi è ovvio che i giudizi sono relativi. Abbiamo trascorso un’estate difficile, era più facile andare via che rimanere, ci siamo messi in discussione e siamo stati più forti di prima, poi io sono abbastanza fatalista, per me è stato un motivo di rivalsa per tutti e per me l’inizio di un altro percorso, l’inizio per tutto. È stato ritrovato entusiasmo, il gol l’ho visto umanamente e collettivamente come qualcosa di importante, le lacrime sono state conseguenza della nostra sofferenza, volevamo uscire da quella finale”. Infine racconta l’atmosfera che si vive nella Capitale quando si tratta di giocare una stracittadina: “A Roma si vive un qualcosa di pesante quando c’è un derby, ma a noi calciatori piace avere questo tipo di responsabilità. Qua a Roma è una partita speciale, dare gioia alla gente ti fa piacere, condividere gioia insieme è bellissimo. Quest’immagine unisce un po’ tutti, dobbiamo essere sempre uniti per vincere, poi è normale che il tifoso contesti quando le cose non vanno bene, ma se vogliamo toglierci delle soddisfazioni bisogna essere sempre uniti”.
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