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BERISHA va di corsa: “Ora testa alla Juventus!” (VIDEO)

INTERVISTE POSTGARA – Il portiere albanese aggiunge: “Al di là se commetto un errore o faccio una cosa giusta la partita dura 90’ ed è importante rimanere sempre calmo, tranquillo e concentrato”…

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INTERVISTE POSTGARA – Oggi ha preso il posto di Marchetti, ma non ha affatto sfigurato: contro l’Empoli Etrit Berisha ha mantenuto inviolata la porta. E al termine del match si è concesso ai microfoni:

BERISHA IN ZONA MISTA

“Questa settimana è andata molto bene, vincere questa gara era molto importante per rimanere in alto, ora siamo secondi e questo è importante. Ora però è più difficile restare in questa posizione, nel finale di questa stagione incontreremo tante squadre forti. Io lavoro tanto in allenamento, devo far bene quando vengo chiamato in causa per aiutare la squadra e devo sempre fare qualche cosa di più. Per un portiere è più difficile, perché se non giochi tanto è complicato rimanere al top. Juventus? Mi aspetto che riusciremo a giocare come facciamo sempre, abbiamo tanti giocatori che hanno qualità. Andremo a Torino per vincere la partita. Se il mister mi dà la fiducia per giocare io voglio ripagarlo e fare bene. Marchetti? Parliamo in allenamento, se lui ha qualche cosa da dirmi lo fa. Ha più esperienza di me. Parliamo molto anche con il mister, con cui abbiamo un buon rapporto”.

BERISHA A LAZIO STYLE RADIO

“Sono contento di giocare e aiutare i compagni. Quale parata mi è piaciuta di più in queste due gare? Magari quella su Hamsik a Napoli anche se l’arbitro non l’ha vista e non ha dato l’angolo. Meglio così. Cosa mi ha detto Lulic dopo il salvataggio? Non mi ha chiesto nessuna ricompensa, lui non fa queste cose (ride, ndr). Quel salvataggio è stato come aver vinto una coppa. È stato determinante. Adesso pensiamo alla prossima sfida contro la Juve per giocarcela come facciamo sempre provando a portare a casa i tre punti. Grigioni? Con lui faccio un lavoro molto intenso. Per noi portieri è molto importante, perché ci permettono di fare la differenza in campo che è poi quello che deve fare un portiere. Mi fa allenare tantissimo e io do il massimo, perché lui lavora così. Come faccio ad essere così tranquillo? È una cosa che ho da bambino. Sono cresciuto con questo aspetto. Al di là se commetto un errore o faccio una cosa giusta la partita dura 90’ ed è importante rimanere sempre calmo, tranquillo e concentrato. L’esperienza al Kalmar mi ha aiutato molto, anche perché loro sono molto più tranquilli di qui”.

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