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BOLLINI: “Adattamento ai giocatori e lavoro sulla testa: su questo stiamo lavorando con REJA”
Il vice-Reja racconta i primi 20 giorni in prima squadra e ricorda la Primavera: “Orgoglioso di quanto fatto, in bocca al lupo ai miei ragazzi”…
NOTIZIE SS LAZIO – Il vice tecnico della LAZIO e ex allenatore della Primavera, Alberto BOLLINI è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 per raccontare questi primi 20 giorni nel suo nuovo ruolo di vice-Reja. Queste le sue parole
Partiamo dalla Primavera. Una sua valutazione
Ringrazio lo staff che ha lavorato con professionalità e passione, componente fondamentale, quella che ti fa correre di più. Ed è quello che si deve trasmettere ai giovani. È stata un’avventura bellissima con un gruppo che sento ancora mio e ora siamo in semifinale di Coppa Italia e nel 2013 abbiamo perso una sola gara.
Più di 330 panchine per te sulla LAZIO e nel novembre 2010 non perde al Fersini
Già nella prima esperienza andò bene e ci furono tante soddisfazioni, Essere tornato qua e pensare di dar ritornare tanti giovani in nazionale e portare tutti questi giovani in prima squadra, oltre me, è una soddisfazione. Lotito e Tare hanno supportato questo causa e abbiamo avuto una crescita importante, vincere uno scudetto, confermarsi e essere primi ne ranking. C’è continuità di crescita di singoli e risultati
Un consiglio per i ragazzi?
Non perdo l’occasione per parlare con loro. Serve attenzione, concentrazione e migliorare nel quotidiano. Se ci si mette in discussione e si vuole crescere si può far bene. Ma per fare il calciatore è fondamentale la voglia di divertirsi oltre l’impegno e il sudore. Devono essere professionali
Semifinale con l’Inter che non arriva da 10 anni
Facemmo un’annata eccezionale quell’anno e arrivammo anche alla finale scudetto. Nel 2003 la sconfitta con l’Atalanta fu una festa del settore giovanili con tanti talenti come Bianchi e Pazzini. Noi eravamo granari e facemmo bene. Giro la responsabilità ai ragazzi e a Inzaghi. Dobbiamo essere consapevoli di essere forti e meritiamo di giocarcela per arrivare in finale
Il futuro del settore giovanile?
Ci sono molte controversie. Serve coraggio agevolato dalla crisi economica. Noi abbiamo avuto Cataldi convocato in under 21 e siamo contenti della sua crescita. Contenti per l’esperienza di Rozzi e per le altre convocazioni. Il tecnico deve far crescere molto i ragazzi sotto l’aspetto della professionalità, dobbiamo essere insegnanti e maestri. Il futuro, quando ci saranno le strutture e personale qualificato, sarà più roseo. Ma bisogna anche cambiare la cultura della vittoria a tutti i costi, anche le sconfitte fanno bene. I ragazzi devono poi conoscere altre culture calcistiche
Sulla nuova esperienza
La telefonata di Reja mi fece piacere, ci siamo trovati subito. Il pensare di lasciare la Primavera mi ha creato qualche pensiero ma i ragazzi l’avrei comunque incontrati e lavorato con loro. Bisogna buttarsi anima e corpo poi il mister fa lavorare tanto e io cerco di dare il mio entusiasmo, ma non ci sono grosse differenze. Di certo è stato un impatto importante ma il mister dà serenità
Ti fa effetto vederti in Prima squadra?
No, le metodologie sono simili e lavoro negli stessi campi. L’effetto particolare l’ho avuto solo nei primi giorni. Vivo l’ambiente a 360 gradi e sono gratificato dell’esperienza.
Che differenze tra gli allenamenti in Primavera e della prima squadra?
Non tante in realtà. Stiamo utilizzano una parola con REJA: adattamento alle caratteristiche dei giocatori e all’impianto di gioco ai ruoli. Abbiamo cercato di dare a tutti i doppio ruolo negli impianti di gioco provati in questi giorni. Stiamo anche valutando le differenti condizioni atletiche dei giocatori. È un modo di suddividersi i lavori. Balza all’occhio la differenza sul ritmo e sulla tecnica. Reja è uno che conosce la materia e nei confronti giornalieri che abbiamo lavoriamo su uno sviluppo della tecnica veloce e sul possesso palla. Chiaro che non devono funzionare solo le gambe ma anche la testa e su questo che stiamo lavorando sin dai primi giorni
Che sensazione prova a ritrovare i giovani in prima squadra? Ha la tendenza a dare loro qualche consiglio in più?
Ho un rapporto più confidenziale con loro perché li conosco e diventa più facile continuare un percorso già noto. Ma anche gli altri giovani, come Perea, Vinicius e Anderson rimaniamo fuori con me per cleaning personali o di reparto.
Molti hanno sintetizzato questo mix giovani-vecchi con la scelta Reja-Bollini? È così?
Reja è stato il primo a pensare a questo e la cosa mi rende orgoglioso. Mi ha detto che aveva bisogno di uno operativo, di tanto lavoro sul campo, di qualcuno che lavorasse sulla freschezza e io sono orgoglioso che si sia rivolto a me. Anche Lotito ha parlato di questo binomio e mi fa piacer. Reja ha doti umani eccezionali che sto provando a farne tesoro. Nella parola gestione non ci sono solo gli allenamenti ma anche i rapporti personali che risultano fondamentali. In questo momento nella LAZIO serve lavorare anche con la testa. Reja è un punto di riferimento importante.
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