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BROCCHI a 360°: «Ci sono troppi giornalisti della Roma. Possono dire quello che gli pare, ma siamo noi la prima squadra della Capitale»
Il centrocampista biancoceleste parla del suo momento alla Lazio, di futuro e dell’ambiente
BROCCHI a 360°: «Ci sono troppi giornalisti della Roma. Possono dire quello che gli pare, ma siamo noi la prima squadra della Capitale»
Il centrocampista biancoceleste parla del suo momento alla Lazio, di futuro e dell’ambiente
Nel giorno del suo trentaseiesimo compleanno, Cristian Brocchi interviene ai microfoni di Lazio Style Radio per parlare del mondo biancoceleste a 360°. Il centrocampista biancoceleste è ormai da tempo indisponile e il suo rientro non sembra essere vicino: «Per il momento le notizie non sono confortanti, oggi ho fatto un controllo e non è andata bene, ho bisogno di un altro controllo. Sto soffrendo tanto fuori dal campo. Spero di tornare presto» Oggi Mauri, un altro lungodegente di casa Lazio, ha voluto fare gli auguri al suo compagno di reparto: «Lui ha vissuto come me un periodo molto difficile per questo infortunio. La sua ‘fortuna’ è stata quella di sapere supero i tempi di recupero, io invece no e da questo punto di vista è peggio. All’inizio erano tutti fiduciosi, invece poi si è rivelato tutto difficile e ancora oggi io non so quando tornare in campo» Speriamo che Brocchi possa tornare in campo almeno per il derby...«E’ talmente vivo il ricordo di quella grande gioia che ci penso e avrei voglia di giocarlo e di vincerlo ancora. Ora come ora penso a rientrare il prima possibile»
Brocchi vorrebbe finire la sua carriera alla Lazio: «Io ho già manifestato questa mia voglia e questo mio pensiero per la Lazio. Venivo da una grande famiglia come quella del Milan e non pensavo di poter trovare un’altra realtà che mi ha fatto sentire parte integrante come la Lazio. All’inizio ho fatto fatica ad accettare questo nuovo tifo e questi nuovi colori perché venivo da un ambiente diverso. Ma ora sono legato a questa maglia e a questi colori e spero di chiudere qui. Ho trovato tante differenza, a livello di spogliatoio, di società. A Milano è meno stressante ma anche meno emozionante. Ci ho messo un po’ ad entrare nello spirito giusto, ma alla fine sono contento di essere arrivato in una società gloriosa come questa»
Il ricordo più bello in biancoceleste: «Quello più fresco è il derby, ma paradossalmente è stato emozionante alzare delle coppe con la maglia della Lazio. Lo avevo fatto con la maglia del Milan, ma è diverso, lì c’erano grandi campioni. Alzare un trofeo con una maglia diversa rispetto a quella del Milan è stato qualcosa di incredibile, valgono tantissimo per me».
La grinta di Cristian deriva dalla forza di volontà o dall’attaccamento alla maglia? «In un primo momento la volontà, devi avere la voglia di migliorarti ad ogni allenamento per avere la coscienza apposto. Poi il fatto di vivere in maniera intensa quello che può essere il pensiero di un tifoso ti fa mettere qualcosa di più in campo. So cosa prova un tifoso quando ecendi in campo e io cerco di dare il 100% di quello che ho. Voglio far capire ai tifosi che faccio di tutto per quella maglia»
Quanto è importante il pubblico per voi giocatori? «E’ fondamentale. Tutte le partite sono difficili, possono avere incognite e sentire il pubblico che ti incita è importante. Ci hanno sempre dato una grossa mano. Negli ultimi due anni il rapporto con loro si è fortificato sempre di più»
Che differenza c’è tra il derby di Roma e quello di Milano? «Io penso che un derby sia sempre un derby. La mentalità è diversa, non ti dicono “mi raccomando il derby”, pensano più a un obiettivo finale. Poi è normale che i tifosi lo vogliono vincere, ma non si può paragonare con quello che si prova a Roma. A Milano anche se perdi il giorno dopo passa tutto, a Roma un derby può condizionare stagioni intere. E’ molto più sentito»
La Lazio quest’anno ha altalenato belle prestazioni a qualche debacle, come quella di Siena: «Penso che se uno non valuta da tifoso la situazione, ma la valuta da uno che ama il calcio e segue tutto il campionato italiano, penso che non esista una squadra che non faccia 3-4 partite così. L’unica al momento è stata la Juve, che ha una rosa importante e gioca solo in campionato. Tutte le altre qualche figuraccia l’hanno fatta o la faranno» Nel futuro ti vedi alla dirigenza della Lazio? «Me la fanno da 3 anni questa domanda. Io ho un rapporto bellissimo con la società perché mi hanno sempre dimostrato affetto, ma sinceramente non ci voglio pensare finché non avrò deciso di non essere più un calciatore. Non voglio fare piani futuri. Sicuramente quando sono arricato non lo pensato. Allenatore? prima ci pensavo di più. Ma c’è una cosa, soffro i ritiri, li odio e li trovo inutili. Quindi metterli a fare da allenatore mi limita un poi. Questa mentalità italiana non mi fa pensare a un futuro da allenatore».
Che obiettivi può raggiungere questa squadra? «Penso che basta guardare la classifica. Siamo sempre un po’ troppo negativi come mentalità, appena sbagliamo una partita non siamo più la squadra di prima. Sappiamo di non essere all’altezza di altre squadre, ma stiamo crescendo, abbiamo una buona solidità e siamo buoni giocatori. Purtroppo sembra sempre che le squadre che sono attaccate a noi o dietro sono migliori di noi…Noi stiamo qua per caso quest’anno, stavano là per caso l’anno scorso. Anche l’anno scorso di parlava della Juve e della Roma e non di Lazio e Udinese che si giocavano il quarto posto. Ci sono realtà più sponsorizzate di altre a livello mediatico. Qua a Roma si parla più della Roma che della Lazio perché ci sono più giornalisti tifosi della Roma che della Lazio»
Sul mercato chi prenderebbe Brocchi? «Spero di recuperare giocatori come me, Cana e Mauri per avere ricambi giusti e non portare i gicoatori a giocare un numero troppo altro di partite. Se così fosse la lazio può battersela fino alla fine». Il tuo gol più bello in carriera? «Quello che feci a Firenze in Fiorentina-Inter. Ho sempre avuto una sorta di odio contro l’Inter, non si sono comportati bene con me quando ero nerazzurro. Non ce l’ho con i tifosi, ma con la società. Con quella sconfitta la squadra di Mancici ha perso lo Scudetto, è stata una grande gioia per me» La Lazio può arrivare lontano in Europa League? «Ora le partite sono da dentro o fuori, non si possono fare obiettivi. Ora abbiamo una partita bellissima in casa, dobbiamo giocare in 12, spero che i tifosi saranno tanti. E’ il primo vero test importante perché affrontiamo un squadra con bravi giocatori. Ma noi possiamo mettere in difficoltà qualsiasi squadra»
Da 1 a 10 quanto ti senti laziale? «Adesso sicuramente 10, sono entrato nello spirito del tifoso laziale» Un ultimo pensiero sui cugini giallorossi: «I romanisti possono dire quello che vogliono, ma siamo noi la prima squadra della Capitale, lo dice la storia»
Linda Borgioni
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