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BROCCHI: “Sono tranquillo, chiarirò tutto. So di non aver fatto nulla di male”
L’ex centrocampista biancoceleste dice la sua sugli ultimi sviluppi del Calcioscommesse che lo vedono coinvolto…
NOTIZIE SS LAZIO – Dopo le parole di MAURI, è il turno del secondo biancoceleste coinvolto nello scandalo del Calcioscommesse: questa sera alle ore 23.15, ospite del programma ‘Tiki Taka‘, in onda sulle frequenze di Italia 1 e condotto da Pierluigi Pardo, è presente Cristian BROCCHI, il quale si presta a rispondere alle domande relative al suo presunto coinvolgimento nel Calcioscommesse che vede quattro partite della LAZIO sotto la lente di ingrandimento. Ecco le sue parole:
Cristian, hai visto il derby?
“Diciamo che ho visto derby migliori…”
Come stai questi giorni? Sei sereno?
“La serenità non è mai mancata, quando ti succede qualcosa di forte alle 6 della mattina, qualcosa provi. E’ qualcosa di forte, di duro da sopportare. Non ero in casa, ho cercato di capire cosa stava succedendo, e una volta letto di cosa si trattasse mi sono tranquillizzato. “
Perché ti sei tranquillizzato?
“Ho capito subito che si potessero riferire a quel genere di discorso…due più due fa quattro…”
Chi è Bazzani?
“Io non so spiegarti chi è il personaggio, io so spiegarti la persona che conosco da anni. Una persona normale, che non ha mai mostrato nulla di strano, mi ha chiesto dei biglietti e ci siamo salutati fuori dallo stadio. L’unica cosa che posso dire è che non mi ha mai mancato di rispetto come invece ha fatto chi ha parlato questi giorni.”
Ci sono stati dei contatti, giusto?
“Ci sono stati dei contatti, non nego e non ho nessun problema ad ammetterlo. Non vedo l’ora che gli chiedano del suo rapporto tra di noi, in 15 anni di carriera gli ho regalato biglietti e maglie. Sapete quanti biglietti e maglie ho regalato nella mia carriera? Anche a persone che non conoscevo, non vedo il problema. Se lui ha fatto qualcosa di sbagliato io non lo posso sapere, io posso dire quello che lui ha detto a me. Mi chiamava ogni tanto per i biglietti di partite importanti a cui voleva andare, ma ci sono anche volte in cui gli ho detto di no. Però è normale avere dei contatti. Per un biglietto si possono scambiare molti sms. “
Ti fanno riflettere le frequentazioni casuali di persone che a volte si conoscono poco?
“E’ difficile per noi poter dare un chiaro quadro rispetto ai biglietti e alle persone ai cui li abbiamo dati. Ho dato biglietti ad amici di amici, gente che non conoscevo. Fa parte del nostro mondo, se poi vogliamo dire che i messaggi e le telefonate sono in concomitanza delle partite… Il rapporto con lui è paragonabile al rapporto con centinaia di persone nella mia carriera. Facile attaccare in modo diretto, secondo molti che ho sentito non dovremmo regalare più biglietti. Io sono sempre stato rispettato nella mia carriera, e quando me ne sono andato ho sempre lasciato rammarico. Prima di tutti è stato valutato il Brocchi uomo, poi il calciatore. Ci sono piazze in cui ho fatto bene, in altre male, ma tutti hanno conosciuto la brava persona. Non ho paura di questi contatti, se mi vorranno far pagare per qualcosa di assurdo non c’è problema. Se c’è qualcosa di assurdo è che io possa aver parlato di partite con altre persone, o mi possa esser messo d’accordo. Questo va al di là dell’esser uomo.”
L’ipotesi dell’accusa è che non si parlasse solo di biglietti, ma anche di cose diverse…
“Non ho neanche letto tutto quello che c’è stato scritto, però un giorno vidi una mia telefonata su un sito. Valutiamo tutto se proprio dobbiamo, ho massimo rispetto per quelli che lavorano in questo caso. Io voglio il calcio pulito, ho iniziato a giocare a calcio a cinque anni, ora iniziano i miei figli. Da cinque mesi lavoro con dei ragazzi, la prima cosa che ho fatto è insegnargli dei valori. In una mia telefonata si sente chiaramente che mi chiede dei biglietti, non c’è nulla di strano, nessuna parola, c’è solo una richiesta di biglietti a cui ho detto ok. C’è una richiesta di visitare il centro di Formello, io stando alle regole societarie ho detto che bisognava avere l’ok.”
Per te qual’è la pena per chi venisse trovato a manovrare le partite?
“Penso l’abbiano già trovata. E’ giusto che ognuno si occupi del suo lavoro. E’ giusto che chi ha sbagliato paghi, come è giusto che chi non ha fatto nulla non venga infangato.”
Quando qualcuno sente le vostre conversazioni in cui parlate di biglietti cerca messaggi cifrati, cerca di interpretare…
“Sono d’accordo con lei. Io non ho nessun problema a spiegare quelle che sono le mie relazioni. Quello che dico io è che è una cosa che mi ha dato fastidio e fatto male. Se fossi stato nei panni della magistratura anche io avrei agito allo stesso modo, sono tranquillo perché dentro di me so di non aver fatto nulla di male. Non avrei mai venduto una partita in vita mia. Il calcio è la mia vita, ho dato un piede a questo mondo. Un infortunio mi ha compromesso la carriera. L’unica mia voglia è che si chiuda questo discorso e che si chiudano queste cose.”
Non sarebbe meglio avere una maggiore accortezza nel capire con chi si a che fare?
“Mi ha sempre portato grande rispetto, sempre educato e gentile, mi faceva i complimenti. Questa è stata la mia vita in questi anni, io non avevo idea di avere a che fare con qualcuno che potrebbe aver fatto qualcosa di sbagliato. Può succedere a tutti di essere traditi”.
(Fine)
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