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CAMOLESE: “La LAZIO deve ricompattarsi e PETKOVIC sa gestire bene i suoi giocatori. La miglior medicina è la vittoria”
L’ex biancoceleste aggiunge: “Roma è unica ed è bella proprio perché qualsiasi cosa viene amplificata. Quando ci sono le cose belle tutto l’ambiente volano molto in alto, quando invece i momenti non sono buoni le reazioni sono dello stesso tenore”…
NOTIZIE SS LAZIO – Ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7, Giancarlo CAMOLESE, ex giocatore biancoceleste e tecnico del TORINO, ha analizzato il momento che si vive a Formello:
Su Lazio-Genoa
“E’ stata una partita dai due volti. Se nel primo tempo la Lazio finisce in vantaggio nessuno ha niente da dire. Genoa piuttosto rinunciatario, ha fatto poco in attacco e la Lazio le sue occasioni le ha avute, parate di Perin, quella maglia che si allunga… Nel secondo tempo Gasperini qualcosa ha cambiato con l’ingresso di Fetfatzidis e nel primo tiro in porta è riuscita a trovare il gol. Da lì è nata un’altra partita; la Lazio ha provato a rimettersi in corsa, senza farcela. Sono gli episodi che hanno condizionato la partita. Quando si arriva all’ultima delle 3 gare non è un problema di recupero fisico, sono le energie psichiche che vengono un pò meno. Il campionato, però, è ancora lungo e credo che la Lazio abbia tutto il tempo per rifarsi, anche in Europa sta facendo la sua strada. L’importante è che il gruppo si ricompatti e che recuperi tutti i giocatori. Petkovic sicuramente gestisce bene i calciatori, credo che la medicina migliore sia la vittoria”.
Sulle critiche a PETKOVIC
“Gli allenatori hanno problemi quando hanno tanti infortunati in un solo reparto. A me sembra che la Lazio abbia tanti giocatori fuori nel reparto difensivo, quando ne hai tanti che devono fare più partite e che non sono i titolari qualche problema ce l’hai. Ognuno ha la sua ricetta, ma nei momenti negativi è importante focalizzare la prestazione in campo. Bisogna valutare le condizioni fisiche, mettere in campo i giocatori giusti. Chi lavora tutti i giorni deve pensare solamente al campo, andare dietro a quello che si sente non aiuta a vincere le partite”.
Sugli errori arbitrali
“Si capisce che il professionista può essere in difficoltà. Con gli arbitri, dopo un pò di anni, basta guardarli nel sottopassaggio e si capisce, soprattutto se sono giovani. Anche per loro le difficoltà sono diverse. E’ anche vero che se non fanno partite del genere non crescono mai”.
Sulla piazza romana
“Roma è unica ed è bella proprio perché qualsiasi cosa viene amplificata. Quando ci sono le cose belle tutto l’ambiente volano molto in alto, quando invece i momenti non sono buoni le reazioni sono dello stesso tenore. La differenza la fa la posizione in classifica: se il torto lo subisce una squadra che sta a metà classifica ha meno risonanza. Se devo scegliere io preferisco di gran lunga una piazza come Roma”.
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