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CANA su Serbia-Albania: “Onestamente non so come mi sono fatto male. Poteva finire molto peggio”
Il capitano della truppa aggiunge: “Il drone? Assurdo incolpare la Federazione albanese. Una cosa del genere potrebbe essere stata pensate da chiunque”…
NOTIZIE LAZIO – “Ho un dito ridotto male e un ginocchio fasciato, ma ad essere onesto non so come mi sono fatto male”. Questo il proprio bollettino medico stilato direttamente da Lorik CANA nell’intervista concessa a “Jeta në Kosovë” via Skype: “All’inizio – racconta il centrale biancoceleste – non si era capito cosa ci fosse sul drone. Quando si è capito, la tifoseria serba ha cominciato a rumoreggiare e a irritarsi. Noi volevamo portare la bandiera via dal campo, era assolutamente un nostro diritto. Il drone? La colpa non può essere addossata alla nostra Federazione. Una cosa del genere potrebbe essere stata pensate da chiunque, non si può sapere chi è il colpevole. E credo anche sia assurdo pensare ai serbi”. Una notte da dimenticare il prima possibile: “Non è ammissibile una cosa del genere – tuona Cana – . Ma noi manteniamo alto l’onore della Nazione, dobbiamo dare sempre tutto dall’inizio alla fine. Quando noi siamo in campo, siamo un solo corpo, un solo uomo”. Il capitano della truppa di De Biasi si è reso protagonista di un’energica difesa nei confronti di un compagno di squadra aggredito: “Non credo che le persone entrate in campo volessero dialogare. La cosa grave è che un tifoso serbo è entrato con una sedia in mano, ma poteva anche avere un coltello o qualcosa di molto più pericoloso, e allora sarebbe finita peggio“. La conclusione è tutta dedicata al suo popolo: “La tifoseria della nostra Nazionale, sia in patria che all’estero, ha messo sempre in mostra un comportamento esemplare. Al contrario la Serbia ha spesso avuto problemi di ordine pubblico. Secondo il Kanun (il più importante codice consuetudinario albanese, ndr) – conclude – quando c’è un ospite in casa tua, è sicuro al cento per cento”.
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