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Lazio, Cancellieri è un mistero: perché non cederlo in prestito?
CANCELLIERI LAZIO- L’acquisto di Cancellieri da parte della Lazio durante il calciomercato estiva aveva incuriosito molti tifosi e addetti ai lavori. Giovane, di belle speranze, con esperienza in Serie A, l’ex Verona sembrava pronto a ritagliarsi una parte importante nel mondo biancoceleste. Al giro di boa della stagione 2022/23, tuttavia, i minuti in campo di Cancellieri restano misurati con il contagocce. E allora, perché non cederlo in prestito?
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Lazio, veramente pochi i minuti di Cancellieri
Le presenze di Cancellieri in stagione con la maglia della Lazio tra Serie A 2022/23 ed Europa League sono 20. Tutt’altro che poche potrebbe dire una rapida analisi del dato matematico. Così sarebbe, se i minuti in Serie A non fossero appena 195 (visti i recuperi di questi tempi in sostanza due partite complete) e in Europa League 223.
Troppo pochi, per un ragazzo di vent’anni prelevato per 7,5 milioni di Euro più 1,5 di bonus dall’Hellas Verona squadra in cui, pur segnando poco (1 solo gol in Serie A per lui), si era ritagliato un ruolo importante non tanto per minutaggio, quanto per fiducia dell’allenatore e qualità delle giocate.
La domanda sorge spontanea. Visto che spesso gli sono preferiti altri profili (Pedro e Luka Romero per il ruolo di esterno, Felipe Anderson per il ruolo di punta in caso di assenza di Immobile) e analizzato che non sembra essere considerato pronto da Mister Sarri, non sarebbe meglio forse puntare su un prestito secco in una squadra che gli garantisca minutaggio e fiducia?
Cancellieri e il problema del ruolo alla Lazio
La questione è, in sostanza, una soltanto. Cancellieri non viene considerato un esterno d’attacco (il suo ruolo naturale), ma un’alternativa a Ciro Immobile nel ruolo di prima punta. Ruolo che, tuttavia, il ragazzo fatica ancora a interpretare nel modo richiesto da Mister Sarri. E che, aggiungiamo noi, è uno dei più difficili del calcio moderno. Serve freddezza, capacità di attacco alla porta, senso del gol. Qualità che si possono certamente affinare, ma che i grandi bomber possiedono, quasi per diritto divino, fin dalla nascita.
Cancellieri alla ricerca di se stesso: non è esterno, non è prima punta
Al momento, dunque, Cancellieri appare un ibrido: non più un esterno, non ancora un attaccante. E, simile al famoso cane Balto “Non è cane, non è lupo, sa soltanto quello che non è”, attende il momento in cui tutti avranno bisogno di lui, per consacrarsi in maglia Lazio. Speriamo che presto il paragone con il mitico cane eroe non si limiti soltanto alla faccia triste e infreddolita in panchina, anche in Coppa Italia. Noi siamo ancora convinti che Cancellieri sia uno dei giovani di grandi speranze non solo della Lazio, ma dell’intera Serie A e ci auguriamo che possa sbocciare e trovare la sua strada verso l’affermazione.
Cancellieri, perché non un prestito?
Pur comprendendo la necessità di una rosa allungata, pronta a sopperire alle emergenze, sembra evidente come ormai l’ex Verona sia ormai una seconda scelta. Quindi, anche per risolvere parte dei problemi di liquidità della Lazio, perché non pensare a una cessione temporanea del ragazzo? Tutti noi siamo in attesa della sua esplosione. Alla Lazio o, se necessario, in prestito fino alla fine della stagione. Per poter trasformare quel muso lungo in un sorriso in grado di donare sicurezza e serenità.
Martino Cardani
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