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CAPITAN ROCCHI: «Non bisogna abbattersi per un momento ‘no’. Ora continuiamo a vincere per i nostri splendidi tifosi»

Il capitano biancoceleste racconta il suo momento e quello della Lazio

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CAPITAN ROCCHI: «Non bisogna abbattersi per un momento ‘no’. Ora continuiamo a vincere per i nostri splendidi tifosi»

Il capitano biancoceleste racconta il suo momento e quello della Lazio

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Tommaso Rocchi viene intervistato da Lazio Style Radio a tre giorni dalla serata dell’Olimpico che lo ha visto raggiungere quota 102 gol con la maglia biancoceleste. Alla sua uscita dal campo c’è stata una lunga standing ovation da parte della Curva Nord e il capitano laziale ha risposto con un altrettanto lungo applauso: «Sono molto contento perché è stata una bella partita, una bella prestazione della squadra e mia. Mi ha fatto piacere ricevere gli applausi di una tifoseria sempre splendida che si fa sentire e incita la squadra dall’inizio alla fine. E’ stato belle ricevere questi applausi»

Ci voleva una partita così per riprendersi dopo un periodo difficile: «Sì ci voleva una prestazione convincente, contava molto il risultato perché ultimamente siamo stai penalizzati su quello. Ci era mancato il gol e dovevamo fare una prova importante e l’abbiamo fatto giocando bene e segnando tre gol. Giocando ogni tre giorni e arrivando adesso ad aver fatto 20-22 partite nel giro di due mesi è normale che la fatica si senta soprattutto sul piano psicologico. siamo stati bravi a reagire. Dobbiamo continuare su questa strada perché abbiamo partite ravvicinate prima della pausa».

La Lazio giocherà sabato a Lecce e poi avrà tre partite in casa con Lisbona, Udinese e Chievo. L’apporto del pubblico biancoceleste sarà importante: «Loro sono sempre numerosi e bravi ad incitarti. Sicuramente avremo la spinta loro e questa sarà fondamentale, vogliamo ripagare l’affetto con i risultati»

Una curiosità. Contro il Novara Rocchi ha cambiato l’esultanza, oltre alla solita ‘L’ con le dita c’è stata anche una specie di smorfia con la bocca: qual’è il significato? «Mi è venuta spontanea perché parlavo proprio con Camilla (sua figlia, ndr) qualche giorno fa e le dicevo del gesto delle dita e lei mi diceva ‘ho visto il gesto’ e io gli ho detto che dovevo farlo anche Filippo (suo figlio, ndr) e lei mi ha detto ‘ma le dita non le fai più?’ e allora mi è venuto in mente questo gesto: è tipo uno sbuffare che magari lui fa quando si scoccia. Da fuori sembravo scemo (ride, ndr). Non l’avevo pensato prima».

Quella di lunedì è stata una partita importante non solo per il risultato, ma anche perché è stata la serata del ricordo di Silvio Piola: «Ci ho pensato dopo, prima ero curioso e anche emozionato nel vedere quello che succedeva. E’ stato bello perché aver fatto così tanti gol è un onore, entrare nella classifica con lui è un onore». Giordano, un altro grande bomber laziale, ha detto che se dovessi superarlo sarebbe un onore per lui: «Ho letto e ho avuto modo di parlare con lui la settimana prima del centesimo gol. Quando l’ho visto giocare mi è sempre piaciuto e poi è anche una grande persona». Nicola Ventola ha detto che ricordi Pippo Inzaghi perché come lui più invecchi più migliori: «Nicola l’ho visto per caso qualche anno fa e ho giocato con lui nelle Nazionali giovanili. Un giocatore deve sempre cercare di far gol, deve continuare a mantenersi, soprattutto un attaccante. L’età da una parte porta via qualcosa, ma dà anche maturità, professionalità, esperienza, bisogna essere bravi e sfruttare il momento».

Ieri la Lazio ha fatto visita al carcere di Rebibbia per una giornata di beneficenza, che emozioni ha provato Rocchi? «E’ una situazione che fa un po’ strano. Stare con loro e trascorrere un momento sereno e spensierato è bello. Stare un paio d’ore in un clima sereno fa piacere».

Un gol ogni 59 minuti, questa la media del Capitano: «Fa sempre piacere guardare le statistiche anche se poi dopo conta solo il campo e i momenti che vivi, le possibilità che hai di giocare. In questo momento è una buona statistica». Cosa ti emoziona ancora dopo tanti anni? «Tutto, magari lo vivo in maniera più ragionata, come in tutte le cose farle per tanti anni ti porta a abituarti. L’attesa, la tensione, la concentrazione, il dopo partita, il dover fare le interviste, è sempre un’emozione. Penso sia giusto che sia così».

L’attaccante più forte in circolazione secondo Rocchi? «Messi e Cristiano Ronaldo, sono quelli all’apice. A me piace molto anche Ibrahimovic e lo stesso Eto’o. Messi è il numero uno in questo momento, ma penso che anche Ronaldo negli ultimi anni sta facendo benissimo.

Dopo i 100 gol Rocchi ha organizzato una cena tra amici per festeggiare. Tra quelli che non erano presenti, chi avresti voluto vicino? «Il primo che mi viene in mente è Manfredini, perché abbiamo vissuto diversi anni insieme. Gli ho chiesto infatti ‘Ma tu non eri a Roma in quei giorni vero?’ mi ha detto ‘no no’ e mi sono detto ‘ah menomale’ (ride, ndr)»

Un commento sul momento della Lazio in campionato e in coppa: «Bene, stiamo facendo bene, stiamo in una posizione alta di classifica, ora abbiamo partite importanti e uno scontro diretto contro l’Udinese. In Europa League non siamo riusciti a rendere come sapevamo. Non è comunque finita, abbiamo una partita da vincere a tutti i costi e poi sperare. Qui a Roma magari fai due partite non bene e sembra che c’è tutto da rifare. Non bisogna esaltarsi troppo quando le cose vanno bene, ma neanche essere drastici quando c’è un momento negativo».

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