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C’è una barriera tra tifosi e calcio. Cambiamo così
LA GAZZETTA DELLO SPORT (M. Uva) – Biglietti nominativi, tessera del tifoso, poliziotti antisommossa e file ai botteghini. E le famiglie?…
RASSEGNA STAMPA – 36,7 milioni di spettatori fuggiti dagli stadi della Serie A negli ultimi 15 anni, unico fra i campionati più importanti d’Europa ad avere un trend negativo (21%). La colpa non è del costo del biglietto troppo alto o della televisione, ma dell’incapacità di programmare e di scarsa visione. Soprattutto, come sottolinea La Gazzetta dello Sport (M. Uva), ci hanno messo le mani persone che ignorano la materia. Ora dobbiamo rincorrere le idee altrui, perdendo nel sistema europeo quella straordinaria leadership che avevamo nel calcio degli anni ’90. Non abbiamo costruito nessuno stadio (ad eccezione del bellissimo Juventus Stadium), ma soprattutto abbiamo innalzato la barriera per accedere allo spettacolo. Biglietti nominativi, tessera del tifoso, poliziotti antisommossa e file ai botteghini. Nove milioni sono i biglietti invenduti per oltre 170 milioni di euro di potenziali ricavi mancati. Ma soprattutto l’incapacità di evolvere, di cambiare, di migliorare. Deve essere un diritto poter comprare il biglietto con moglie e figli anche dieci minuti prima della partita direttamente allo stadio oppure al telefono oppure on line. Ma la nominatività del biglietto non è il punto critico, è la tessera del tifoso una delle chiavi del cambiamento. Deve essere gratuita, facilmente sottoscrivibile e ricca di vantaggi, anche commerciali, per i tifosi. Fidelizzare, comunicare, dialogare ed entrare in contatto con tutti i veri tifosi. Questa, insieme alla semplificazione sull’acquisto e soprattutto ai nuovi stadi è la strada indispensabile se vogliamo, e lo vogliamo,rivedere famiglie intere sorridenti vivere dal vivo la propria passione.
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