CORRIERE DELLO SPORT. Cisse, una notte stregata

(getty images)

Sono piovuti i primi fischi dalla tribuna Monte Mario, qualche tifoso lo ha contestato. Djibril Cisse, prima di sedersi in panchina, ha guardato in faccia uno dei suoi contestatori, ha portato la mano all’orecchio e ha fatto un gesto inequivocabile, quasi a dire “non ti sento”. Poi si è accucciato vicino al suo amico Diakitè, ha risposto con un applauso alla Curva Nord, che gli ha riservato il consueto coro e non gli ha fatto mancare il sostegno anche quando è stato sostituito da Reja, che proprio non poteva più aspettare a cambiarlo con Rocchi. Le telecamere hanno colto l’espressione di Cisse con lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi sul campo e la testa chissà dove, forse si stava chiedendo anche lui perché non riesce più a graffiare, a dare segnali. Un’altra prestazione deludente, quasi irritante. Il francese è apparso completamente fuori dalla partita: non ha mai tirato in porta, neppure ha regalato quelle scosse tipiche del suo gioco, fatto di scatti e di accelerazioni. Era devastante, travolgente nella corsa. Ha passeggiato per un’ora abbondante sul campo, toccando sì e no una decina di palloni. Non aveva giocato mai così male, tante altre volte s’era reso utile con gli assist e con i traversoni. Stavolta meno di niente. E’ uscito e qualche fischio dalla tribuna Monte Mario e dalla Tevere se l’è preso. 
Accolto come un re da cinquemila tifosi in festa per il suo acquisto all’aeroporto di Fiumicino, in appena cinque mesi ha fatto perdere le sue tracce, è sprofondato nella crisi e ha fatto venire il dubbio si sia già stancato della Lazio e del campionato italiano. Giocando in quel modo, senza rabbia e senza voglia, certo non ha dato l’idea di essere uno che non vede l’ora di tornare ad essere protagonista e che cerca il riscatto. Negli ultimi giorni si sono moltiplicati i dubbi nati dopo le notizie pubblicate dall’Equipe, che di sicuro non gonfia le indiscrezioni di mercato e che può vantare rapporti buoni (e diretti) con Cisse, il cui obiettivo sono gli Europei del 2012. L’Auxerre lo avrebbe chiesto in prestito sino alla fine della stagione, il presidente Bourgoin è uscito allo scoperto e ha confermato il proprio interesse. Un mese e mezzo fa s’era parlato dell’Olympique Marsiglia, guarda caso un altro vecchio club di Cisse, che proprio all’Equipe aveva dichiarato il desiderio di tornare prima o poi in Francia per tagliare il traguardo dei 100 gol nella Ligue 1. Sembrava un appuntamento di fine carriera: ha voglia di concretizzarlo subito?