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CORRIERE DELLO SPORT. E’ una Lazio in altalena: colpa del mercato, degli infortuni e dei moduli cambiati
Nel 2012 i biancocelesti hanno avuto un cammino poco continuo
CORRIERE DELLO SPORT. E’ una Lazio in altalena: colpa del mercato, degli infortuni e dei moduli cambiati
Nel 2012 i biancocelesti hanno avuto un cammino poco continuo
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(getty images)
L’altalena della Lazio: 6 vittorie e 6 sconfitte nelle ultime 12 giornate di campionato. Nel 2012 la squadra biancoceleste non è mai riuscita a trovare continuità, ha rallentato la marcia, s’è abituata a perdere, come sottolinea Il Corriere dello Sport.
Si sono abbassate le medie della Lazio. Nel nuovo anno la squadra di Reja sta viaggiando a 1,5 punti per partita: deve accelerare di nuovo, se mantenesse lo stesso passo, conquisterebbe solo 15 punti nelle ultime dieci giornate e non riuscirebbe a difendere il terzo posto, ultimo piazza utile per qualificarsi ai preliminari di Champions League.
Gli infortuni si sono accaniti sul reparto e la Lazio ha pagato il conto salatissimo tra gennaio e febbraio, quando ha cominciato a zoppicare. E’ uscita subito dalla Coppa Italia, non c’è stata partita con l’Atletico Madrid, quando sarebbe servito il gruppo al completo. Non c’erano più i numeri e le possibilità di reggere l’urto dei tanti impegni e mantenere lo stesso livello di competitività dei primi mesi.
La carriera alla Lazio e in tempi precedenti al Napoli racconta il calo fisiologico delle squadre di Reja tra fine dicembre e metà febbraio. Questione di condizione atletica, ma il peggio sembra superato, sia perché stanno rientrando diversi giocatori da infortunio, sia perché sono finiti gli impegni infrasettimanali e la Lazio può sfruttare l’inizio della primavera per rigenerarsi in vista della volata.
C’è un aspetto tattico, però, da analizzare. La Lazio, non per colpa del suo tecnico, pur avendo un’identità precisa, non ha mai scelto o avuto l’opportunità di portare avanti un modulo e costruirci la squadra. No, si è spesso puntato su giocatori non ben inquadrati nell’organizzazione tattica. Questo ha provocato un effetto penalizzante sul rendimento. Spesso, in base alle assenze, Reja è stato costretto a cambiare assetto tattico, non ha mai potuto lavorare con continuità, perché due titolari certi per ogni ruolo non ci sono mai stati o non per tutti i ruoli. Vi risulta che il Milan, il Napoli, l’Udinese e la Roma (con tutte le sue difficoltà) cambino modulo ogni partita? Lo ha fatto l’Inter e si sono visti i risultati. Ci ha provato Conte e la Juve ha cominciato a pareggiare. Nel calcio paga la continuità.
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