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CORRIERE DELLO SPORT. Hernanes, rabbia e scuse

Il brasiliano non ha preso bene il cambio sfogandosi con un calcio alla panchina. Non era soddisfatto della sua prestazione, ma avrà modo di rifarsi

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CORRIERE DELLO SPORT. Hernanes, rabbia e scuse

Il brasiliano non ha preso bene il cambio sfogandosi con un calcio alla panchina. Non era soddisfatto della sua prestazione, ma avrà modo di rifarsi

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Così arrabbiato non s’era mai visto. Il Profeta, quando Manzini ha alzato il tabellone luminoso con il numero 8 per ordinare la sostituzione e far entrare Matuzalem al suo posto, è uscito dal campo senza guardare Reja. Gli è passato davanti, gli occhi fissi per terra. Ha raggiunto la panchina, ha sferrato un calcio sul tetto, sembrava un gesto di karate: s’è sentito il rumore anche in tribuna stampa, in alto, nel secondo anello del San Paolo. Reja s’è girato a guardare. Hernanes è sparito, s’è vaporizzato nella fossa dove erano seduti gli altri giocatori biancocelesti. La delusione per la sostituzione, perché non si può negare. La rabbia per una prestazione deludente, perché ci stava sicuramente anche quella. Era arrabbiato con se stesso il centrocampista brasiliano, abile a smontare subito il caso. E’ stato uno dei primissimi a sbucare dalla zona mista per uscire dagli spogliatoi e raggiungere il pullman. Sfilando davanti ai cronisti e alle telecamere, s’è battuto la mano sul petto, un gesto inequivocabile, dal significato chiaro, per far capire a tutti i suoi sentimenti. «Ce l’avevo con me stesso, ero arrabbiato con me stesso» è sembrato volesse spiegare, perché non erano parole, ma soltanto dei cenni. Quanto basta per rispettare Reja e non tradire il copione impeccabile che l’ha sempre accompagnato da quando gioca alla Lazio.

CAMBIO -Hernanes è un professionista esemplare, non ha mai protestato per una sostituzione, non ha mai detto una parola fuori posto. La rabbia, se c’è stata, è durata lo spazio di pochi secondi, in quell’istante in cui è uscito dal campo. Forse era davvero deluso per non essere mai entrato in partita e non aver dato il contributo che lui stesso sperava, non solo il tecnico friulano e tutta la Lazio. Certo spesso viene sostituito e con altrettanta chiarezza dalla tribuna si è capito il momento in cui Reja ha deciso di cambiarlo. La Lazio aveva iniziato il secondo tempo con un modulo diverso, era passata al 3-4-2-1 per prendere campo e coraggio, per sfidare il Napoli. E’ sembrata cambiare la partita, s’era alzato il baricentro della squadra biancoceleste. Su un’uscita di Konko, Hernanes ha ricevuto la palla in appoggio: non ha avuto neppure il tempo di stopparla, gliel’hanno sfilata, tutto il Napoli è partito in contropiede e Lavezzi è andato al tiro. Marchetti ha compiuto il primo miracolo mettendo in angolo, è stata una scossa capace di mandare in tilt la Lazio, che non trovava più le misure sul campo e aveva perso il controllo della partita. Reja è tornato subito alla difesa a quattro e ha tolto Hernanes per inserire Matuzalem e aumentare il palleggio a centrocampo. Ma ci sarà tempo e modo di rifarsi, sabato prossimo c’è la Juvetus e il Profeta saprà farsi trovare pronto.
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