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CORRIERE DELLO SPORT. Il flop della pretattica di REJA

Una sintesi dell’articolo del Corriere Dello Sport. Dopo Torino ci ha provato anche ieri sera…

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CORRIERE DELLO SPORT. Il flop della pretattica di REJA

Una sintesi dell’articolo del Corriere Dello Sport. Dopo Torino ci ha provato anche ieri sera…

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La pretattica di zio Edy. Ci aveva provato con Antonio Conte a Torino l’11 aprile scorso, ha concesso il bis ieri sera con Guidolin al Friuli, cercando di migliorare le imperfezioni che avevano smascherato le sue mosse a mezz’ora dalla sfida con la Juventus. Alle 19,45 in sala stampa distribuiscono le formazioni. Lazio annunciata con il 3-5-1-1 provato due giorni di seguito al centro sportivo di Formello con la mossa a sorpresa tenuta nascosta. Entra per primo il portiere Marchetti, segue la squadra per il riscaldamento. Sono in dodici. Undici più il portiere. C’è anche Garrido, non previsto da nessuna delle ipotesi della vigilia. Alle 20,15 – quando il riscaldamento delle squadre si sta per concludere – Diakitè rientra negli spogliatoi. Il francese esce dal campo accompagnato da Crialesi mentre i suoi compagni sono ancora in campo con il preparatore Febbrari. La Lazio a quel punto annuncia il cambio in formazione: Diakitè scivola in panchina, Garrido guadagna un posto da titolare, cambia anche il modulo, 4-4-1-1 invece della difesa a tre. Tare, in collegamento con Sky, spiega: «Pretattica? No, avevamo dei dubbi. Diakitè negli ultimi due giorni aveva avuto dei problemi, ha provato ma non poteva essere al top della condizione». La realtà sembra un’altra: alle sette del pomeriggio, mentre la Lazio stava raggiungendo in pullman lo stadio Friuli, già si sapeva il ripensamento di Reja, deciso a insistere sulla difesa a quattro per non stravolgere l’assetto della sua squadra. A Torino contro la Juventus il tecnico friulano sperava che Conte sposasse il 3-5-2 e lasciasse fuori Lichtsteiner invece di giocare con il 4-3-3, come alla fine avvenne anche perché il piano  biancoceleste era emerso con chiarezza già un’ora prima del fischio d’inizio della partita. Anche allora Reja aveva fatto credere a tutti di voler giocare con la difesa a tre e Scaloni alto a sinistra, invece optò per il consueto 4-2-3-1. L’intento era quello di limitare la forza della Juve sulle corsie esterne. Stesso discorso ieri sera. Con Scaloni terzino su Basta più i raddoppi di Garrido. Konko e Gonzalez dall’altra parte.

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