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CRAVERO: “La LAZIO può mettere in difficoltà la JUVENTUS, fermare TEVEZ non sarà semplice”
l’ex-difensore laziale ha presentato la sfida Lazio-Juventus e ricordato il suo periodo alla Lazio…
NOTIZIE LAZIO – Roberto CRAVERO, ex-difensore biancoceleste in forze alla LAZIO tra il 1992 e il 1995, e importante cronista sportivo, è intervenuto ai microfoni de ‘I laziali sono qua‘, per ricordare il suo passato e per parlare della prossima sfida tra LAZIO e JUVENTUS. Ecco le sue parole:
Roberto tu eri un difensore molto elegante, ma hai sempre fatto un discreto numero di gol.
“Sì, mi piaceva molto iniziare l’azione, proseguirla e cercare di concluderla. I difensori di oggi si limitano a dare la palla ai centrocampisti e si fermano. Questa toglie imprevedibilità all’impostazione dell’azione.”
Hai visto crescere accanto a te il più forte difensore laziale di tutti i tempi, Alessandro Nesta.
“Ricordo che mi impressionò subito. Fece dei miglioramenti esponenziali nel giro di due mesi. Iniziò ad aggregarsi a noi alla fine della stagione 1993-94 e si presentò all’inizio dell’annata seguente quasi da giocatore già formato. Non appena acquisì sicurezza ed esperienza diventò un numero uno assoluto.”
Cosa ricordi dei primi periodi alla Lazio?
Il mio arrivo coincise con l’inizio dell’era Cragnotti. La Lazio veniva da anni bui. Il primo obiettivo che ci prefissammo fu l’approdo in Coppa Uefa. Ci tengo a precisare che la Coppa Uefa di allora non è minimamente paragonabile all’Europa League di adesso. A quei tempi era giocata dalle squadre che arrivavano seconde in campionato, oggi ci trovi squadre che sono arrivate quinte o seste. Centrammo l’obiettivo e da lì partì la grande epopea cragnottiana.
Cosa pensi di Sergio Cragnotti?
“Un grandissimo presidente. La sua forza fu il progetto. Non prese subito dei grandissimi campioni, ma mise in moto un meccanismo di crescita continua e costante negli anni, che permise alla Lazio di arrivare in cima al mondo. Noi, acquisti della prima ora, fummo il tramite tra il prima e il dopo.”
Alla Lazio hai avuto due allenatori, Zoff e Zeman.
“Zoff è uno dei miei miti in senso assoluto. Ho una sorta di venerazione nei suoi confronti. Un allenatore che sapeva quello che voleva e che non aveva paura di confrontarsi, anche a muso duro, con nessuno. Zeman era molto diverso con noi rispetto alle sue apparizioni pubbliche. Era simpatico e scherzoso. Certo, il lavoro che ho fatto con lui, soprattutto sotto il punto di vista fisico, non me lo scorderò mai (ride, ndr). Diciamo che ci mise a dura prova. Calcisticamente non posso che parlarne bene.”
Sappiamo che hai sempre stimato Paul Gascoigne. Che ricordo hai del periodo vissuto insieme alla Lazio?
“Era uno dei miei idoli. E’ stato il più forte giocatore con cui abbia giocato. Mi dispiace che l’Italia non abbia potuto ammirare completamente quello di cui era capace. Noi che lo vedevamo in allenamento restavamo estasiati. Purtroppo tra infortuni e cattive amicizie ha un po’ sprecato il suo talento. Tengo a precisare una cosa però. Gazza era un grande professionista in allenamento. Si impegnava come tutti e lavorava sodo. Il suo problema era solo fuori dal campo.”
Roberto sei rimasto molto legato alla Lazio, anche se sappiamo che tifi per il Torino, squadra per cui hai rappresentato molto.
“Assolutamente. Non nego che sono un tifoso granata. Sai, il tifo si sceglie da bambino e io da bambino ero del Torino. La squadra di calcio è una delle poche cose che non si possono cambiare. Ti confermo che sono un simpatizzante laziale e ti svelo una cosa che forse non ho mai detto a nessuno: mio figlio Alessandro è un tifosissimo della Lazio.”
Senti Roberto sabato c’è Lazio-Juventus. Che partita ti aspetti?
“Se la Lazio torna quella che abbiamo ammirato prima di Empoli può mettere in seria difficoltà la Juventus. Certo sarà dura fermare Tevez lì davanti, ma con una partita attenta e giocata al 110% nulla è escluso.”
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