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Dal trionfo mondiale del ’34 a tempio del rugby: ecco come hanno ridotto il Flaminio
IL TEMPO (A.Frasca/G.Baldinacci). La cronistoria di questo impianto storico, ora abbandonato a sé stesso…
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO- Nato nel 1911, è uno degli impianti più antichi d’Italia, progettato da Marcello Piacentini e Vito Pardo. Lo Stadio Flaminio è denso di storia, ne racchiude una parte importantissima di quella nazionale e romana. Originariamente sede di incontri sportivi di ogni genere, nella Seconda Guerra Mondiale è stato adibito a quartier generale delle truppe alleate. Successivamente ha portato il nome di Stadio Torino in seguito alla disgrazia di Superga del 1949. L’edizione odierna de Il Tempo (A.Frasca) ci porta a ripercorrere nel dettaglio la storia di questo impianto, che ha subito un sostanziale ridimensionamento in occasione delle Olimpiadi capitoline del 1960. Da lì in poi, una progressiva decadenza dello Stadio Flaminio, fino a quando è divenuto la casa madre del rugby italiano, salvo poi il trasferimento forzato della palla ovale all’Olimpico a causa degli spazi limitati. Ora, prosegue ancora Il Tempo (G.Baldinacci), quell‘impianto leggendario è ormai abbandonato a sé stesso dal 2011, fatiscente e arrugginito, complici le immobilità della giunta e le difficoltà di ristrutturazione.
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