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DE COSMI: “Dopo KEITA mi aspetto la crescita di TOUNKARA”
Il tecnico degli Allievi regionali fasci B elitè aggiunge: “Le prime squadre abbiano il coraggio di lanciare i giovani”…
NOTIZIE SS LAZIO -Il tecnico degli Allievi regionali fascia B Elite Roberto De Cosmi è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio. Queste le sue parole
Dove vi trovate adesso?
Siamo ad Acquata del Tronto, nelle Marche. Stiamo svolgendo la preparazione con un gruppo sperimentale. La provenienza è mista tra i vari gruppi di lavoro dello scorso anno, più qualche nuovo innesto. Siamo ottimisti e lavoriamo per raccogliere il massimo. Noi abbiamo fatto un test ieri mattina con una rappresentativa della zona.
Allenatore professionista ora, ti sei laureata a Coverciano…
Una cosa importante per me, per il lavoro che svolgo in una società così importante come la LAZIO.
Molti elementi in prima squadra li hai battezzati tu…
È un percorso lungo per i ragazzi che partono dalle scuole calcio e arrivano alle giovanili. Penso soprattutto a Rozzi che a 6 anni era qui o Filippini a nove anni. Poi ci sono casi particolari di giocatori che arrivano alla LAZIO più avanti come KEITA che sta emergendo alla grande. Il prossimo che proverà ad emergere è Tounkara. Anche con loro è stato importante il lavoro di maturazione personale e tattico degli allenatori delle giovanili
Quanto cambiano i ruoli dei ragazzi che arrivano alle giovanili? Come Elez, arrivato come difensore e ora centrocampista…
La nostra funzione è quella di mettere il ragazzo nelle condizioni migliore per fare il negli. Dobbiamo essere abili a capire dove i ragazzi possono rendere al massimo, al di là dei moduli. Il settore giovanile deve essere un bacino importante per far crescere i ragazzi e farli confrontare in tutta Europa.
Che ne pensi del vostro girone ?
Il nostro girone è complesso: c’è tanta fisicità con squadre di Provincia dove l’anno scorso hanno mostrato buone difficoltà. Io non amo parlare delle altre squadre, io guardo in casa mia e devo scoprire totalmente un gruppo. Quest’anno è un lavoro davvero diverso con una realtà nuova. Ma siamo ottimisti
Quali differenze con l’estero?
Mancano i centri di formazione che hanno le altre nazionali, il lavoro forte deve essere fatto da settore giovanile. Dobbiamo preparare i ragazzi per la Primavera ma poi serve coraggio per fare esordire in prima squadra i diciassettenni, come fanno ne resto d’Europa. Il ragazzo deve aver modo di mettersi in gioco con i grandi una volta terminato il percorso di crescita con le giovanili e sono d’accordo con i vincoli che vogliono mettere anche nelle prime squadre.
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