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DERBY. Ledesma: “Prima era un’ossessione, ora ce la siamo tolti di dosso. Dobbiamo avere la testa fredda e il cuore caldo ”

Il centrocampista argentino parla del match contro i giallorossi in programma domenica alle ore 15…

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DERBY. Ledesma: “Prima era un’ossessione, ora ce la siamo tolti di dosso.  Dobbiamo avere la testa fredda e il cuore caldo”

Il centrocampista argentino parla del match contro i giallorossi in programma domenica alle ore 15…

(getty images)

 

LEDESMA SUL DERBY ROMA-LAZIO – Ormai mancano pochi giorni al derby della Capitale, la febbre sale. E Cristian LEDESMA non nasconde l’emozione in vista del match contro i giallorossi. Intervenuto ai microfoni di Sky per parlare della stracittadina, il centrocampista biancoceleste dice la sua sulla sfida di domenica.

Ecco le dichiarazioni dell’argentino che verranno trasmesse integralmente domani dalle 14.45 su Sky 3D insieme a quelle di Juan:

Hai giocato tanti derby nella tua carriera. Qual è l’emozione che provi durante l’ingresso in campo?

Mi viene in mente la prima volta, un’emozione unica, una partita unica, che ti fa dimenticare tutte le altre gare, il campionato, la classifica. Ti fa dimenticare tutto. E’ una partita che fa provare emozioni fortissime. Poi, quando entri nel campo di gioco, già cambia qualcosa perché intorno ti fanno capire quanto sia importante questa partita.

Durante la settimana cambia anche qualcosa nei tifosi e in te stesso?

Sì, cambia tantissimo, è inutile nasconderlo. Cambia perché la gente non riesce neanche ad aspettare la partita. Già prima della gara ti fanno ricordare quanto sia importante per loro. Soprattutto, dopo tanti anni che sono qui, lo sento ogni anno in ogni partita che gioco, sempre di più. Cambia l’approccio, cambia la testa e cambiano i pensieri per tutta la settimana, ma l’importante, quando arriva la partita, è dimenticare tutto e cercare di fare il massimo.

Per te cosa cambia durante la settimana?

Io sono una persona molto tranquilla, soprattutto durante quella settimana. Negli ultimi anni cerco sempre più tranquillità a casa, cerco di liberare la mente e di non pensare troppo alla partita perché poi, portandomi dietro questo sentimento per la maglia, magari può riservare delle brutte giocate pensarci e sentirla troppo.

Il derby più bello è stato l’ultimo o quello in cui hai segnato il tuo primo gol alla Lazio?

A livello di squadra e di gruppo, sicuramente l’ultimo perché è rappresentativo, la vittoria è arrivata alla fine, è ancora più bello vincere le partite così. A livello personale, rimane quello in cui ho fatto il gol, ma c’è stato anche quello del 3-2 in cui anche Behrami ha segnato alla fine. Sono tanti, poi vincerlo è sempre bello, ma sicuramente l’ultimo rappresenta un po’ l’allegria di tutta la gente.    

Si può dire che negli ultimi anni il derby è diventato un po’ un’ossessione per voi?      

Sì, perché dopo 5 sconfitte lo diventa per forza. Anche se uno non vuole, diventa un’ossessione la settimana, il mese, l’anno, cercare di vincere, cercare di toglierti il peso di 5 derby persi. Era dura, ce lo siamo tolti di dosso e adesso lo affronteremo con un’altra mentalità. 

L’ultimo derby quanto è stato importante per voi anche a livello di autostima?

Importantissimo.

Classifica e derby d’andata dicono che la Lazio arriva a questo derby da favorita. Sei d’accordo?

No, perché la classifica non conta. Non conta il campionato, non conta se uno sta giocando la Coppa Italia o no, non conta niente. Anzi, quando stai sotto, magari delle volte hai qualche cosa in più, però una volta che arrivi alla domenica del derby tutto il resto non conta.    

Che idea ti sei fatto su Luis Enrique?

Non ho un’idea precisa perché, a  dire la verità, non ho seguito molto la Roma. Però, per quel poco che ho visto, ha un’idea diversa, toccherà a lui dimostrare se la sua è un’idea giusta e se può funzionare nel calcio italiano.    

Le due fotografie del derby d’andata rappresentano il gol di Klose e la maglietta di Osvaldo. Questo vi ha caricato?

No, non me ne ero reso conto, sinceramente. L’ho saputo dopo la partita, poi quelle sono cose che riguardano giocatori che hanno queste caratteristiche di voler fare certe cose. Noi non ci pensiamo, dobbiamo rimanere tranquilli e pensare che, comunque vada, sarà una partita importantissima per la gente, per noi, per la società, per la storia, ma è sempre una partita di calcio.

Hai mai pensato di fare un voto per una partita?

La cosa più bella è sempre andare a festeggiare con la gente quando si può, quando la partita va bene. Ma non sono il tipo che fa quelle cose.

Cosa conta nel derby?

Conta, come mi aveva detto una volta mister Delio Rossi, avere la testa fredda e il cuore caldo perché comunque devi mantenere la calma, anche se le pulsazioni salgono a mille. Devi cercare di pensare a quello che ognuno deve fare e, anche come squadra, a  quello che dobbiamo fare dentro al campo, altrimenti fai cose che non c’entrano nulla con una partita di calcio.

E’ un derby Champions?

No, è un derby. E’ il derby di Roma, quindi importantissimo perché sono due squadre che negli ultimi anni hanno mantenuto sempre una classifica alta, per vivere tranquilli con la gente e soprattutto per dare allegria alla gente.

Dove si deciderà il derby, soprattutto da un punto di vista tattico?

Vedremo, perché non tutti i derby si affrontano nella stessa maniera. Una squadra non gioca sempre allo stesso modo, bisogna vedere cosa proporranno loro, se cambia qualcosa e anche noi cosa proporremo. Bisogna vedere anche come arrivano le squadre a quel momento.

Ti era capitato nella tua carriera di assistere a tante defezioni, come sta succedendo quest’anno alla Lazio?

No, fino a quest’anno non era mai successo, anche negli altri anni magari eravamo pochi, c’erano infortuni, ma in questo sono stati tanti e molto lunghi. E’ dura, ma chi è entrato al posto di quelli che si sono fatti male, ha cercato sicuramente di dare una mano.

Che idea hai di Pjanic?

E’ sicuramente un giocatore di livello internazionale perché è nel giro della Nazionale e, comunque, sta facendo un calcio nuovo. Ma non c’è solo lui, hanno anche altri giocatori importanti che stanno facendo vedere qualità importanti.                     

C’è un episodio che ti ricordi a livello personale tra i tanti derby che hai giocato?

Sicuramente il primo, l’episodio di mettere il piede dentro al campo e sentire tutta la gente a mille che fa festa.

Quanto finisce il derby?

Speriamo che sia una vittoria per noi, ma il risultato non lo dico per scaramanzia. Non l’ho fatto mai prima di una partita e, soprattutto, prima di un derby.

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