DERBY. Striscioni, sfottò e “curve” pericolose…

IL CORRIERE DELLA SERA – Se in campo spesso le squadre hanno deluso, la stessa cosa non si può dire delle tifoserie durante i derby. In questi ottantaquattro anni di storia la fantasia dei tifosi giallorossi e laziali è stata assolutamente senza limiti. Dalle mitiche “Curve”, non sono arrivati solo tafferugli, provvedimenti “D.A.SPO”, guai e petardi, ma in termini di sfottò e prese in giro. Come riporta l’edizione odierna de “Il Corriere della Sera”, spesso gli ultrà giallorossi hanno fatto riferimento all’origine ”burina” dei cugini. Passando dal mitico “Il gregge chi ve lo regge?”, all’altrettanto caustico “Torna ar paese te sta a aspettà! mungi la vacca e va a zappà! solo una sera te pò ospità… sta città magica!”. E naturalmente non manca chi prende di mira Olimpia, l’Aquila emblema della Lazio con scritte correlate ad immagini del tipo “A lazià dateve via l’Aquila e fateve er castoro”, oppure “L’aquila laziale cotta al forno”. I laziali dal canto loro non sono stati da meno. Dopo la vittoria del 26 maggio nel derby-finale di Coppa Italia hanno tormentato i cugini per cielo e per terra: “26-05-2013: la storia dice Lazio. Non c’è rivincita”, con il velivolo che ha sorvolato il litorale romano. Altrettanto brillanti e di sicuro effetto sono stati, sempre da parte dei biancocelesti: “Inizia con Lamela e finisce con tre pere”, “Ce pensa Osvaldo…”, “Ilary- Totti, una letterina per un analfabeta”, fino al geniale, vecchio, indimenticato striscione: “Cochi ripijate Renato”, che all’epoca (con Renato Portaluppi in maglia giallorossa), era vero schiaffo.