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DI GENNARO: “La LAZIO deve risalire in fretta, ma occhio al VERONA”
Antonio Di Gennarro è intervenuto alla vigilia del match della Lazio con gli scaligeri, e in qualita’ di ex mette in guardia la squadra biancoceleste dal collettivo della squadra di Mandorlini…
NOTIZIE SS LAZIO – L’ex centrcampista del Verona e della Nazionale italiana è stato raggiunto da “LaLaziosiamonoi.it“, ed è stato interpellato sull’ attuale fenomeno del cacioscommesse e sul match Verona-Lazio in programma domani, in qualita’ di ex gialloblu’:
Di Gennaro, partiamo dalla cronaca degli ultimi giorni. Si riparla di calcioscommese, di nuovo nomi noti in primo piano, castelli accusatori tutti da provare, ma la macchina del fango è pronta a ripartire. Come se ne esce?
“Onestamente non credo se ne esca. Purtroppo pare esserci una humus, un terreno di coltura, un malaffare difficile da estirpare. Chi ne soffre non sono solo i tifosi, mi creda. È l’intero movimento a soffrirne e a patirne le conseguenze, anche e soprattutto in termini di immagine. Certo, va da sé che siamo tutti necessariamente ancorati alle decisioni della magistratura e al suo operato, di cui dobbiamo fidarci , pena lo scadimento nell’arbitrio e nel giudizio sommario, ‘sport’ poco condivisibile di questo paese. Lasciamo lavorare le Procure con tranquillità, ma chi ha sbagliato deve pagare davvero”.
Venendo alle cose di campo, e alla Lazio, cosa deve temere la formazione romana in quel del Bentegodi?
“La coralità della manovra del Verona. Va detto con chiarezza che la squadra di Mandorlini è la vera rivelazione di questo campionato. Il tecnico scaligero ha saputo lavorare ad un giusto mix tra esperienza e gioventù; il Verona merita ampiamente la posizione che occupa in classifica. La Lazio, non ha alternative: l’imperativo della squadra di Petkovic è risalire il più in fretta possibile. Solo con l’intera posta la rincorsa può continuare, dando continuità, e senso, al proprio campionato”.
Petkovic e Mandorlini: due tecnici le cui fortune calcistiche, se paragonate, paiono essere inversamente proporzionali. Che giudizio può darci dei due allenatori?
“La Lazio e il tecnico biancazzurro non sono ripartiti da dove avevano lasciato. Il grande successo in Coppa Italia del maggio scorso andava bissato, confermato, rilanciato. La Lazio, per tanti fattori anche ambientali, s’è persa per la strada, s’è vista superare da una Roma che ha migliorato, e di molto, il proprio livello. S’è scoraggiata. Ora deve ritrovarsi con il lavoro e l’umiltà di piccoli passi. I tifosi non vanno illusi; amare la propria squadra è anche questo. Mandorlini, di contro, s’è fatto tutta la gavetta possibile. Ricordo a tutti che prese il Verona in Prima Divisione (subentrando a Peppe Giannini nel novembre del 2010; andò benissimo, fino a ottenere la promozione in Serie B, ndr) e in tre anni lo ha portato dalle trasferte a Lumezzane a quelle a Roma, Milano, Torino… Ha nel suo 4-3-3 il vero marchio di fabbrica, sa leggere le partite in corsa. Proprio quello che si dice un tecnico emergente”.
Approfittiamo della sua competenza: allora, dove ha sbagliato Petkovic? O ha più colpe la società?
“La società fa la società, cosi come i presidenti fanno i presidenti. È sotto gli occhi di tutti che la Lazio arriva sempre ad un passo dal salto di qualità e, ora per un motivo, ora per un altro, deve sempre rimandarlo. Non le saprei dire se un tecnico blindato contrattualmente possa poter lavorare con maggiore serenità. Seguo da lontano ma con interesse la querelle del futuro di Petkovic. Certamente la società ha le sue strategie, le ripeto, e fa bene anche a perseguirle. Non sempre, però, tutto fila liscio”.
Un ultima battuta e un suo commento al sorteggio europeo della Lazio, e più in generale delle italiane. Com’è andata?
“Credo che il sorteggio della Lazio si possa ritenere positivo, molto anche. Stesso discorso può essere fatto per la Fiorentina. Male non è andata neanche al Napoli, che meritava di più nella suo passaggio in Champions League e alla Juventus, che invece ci ha messo del suo per farsi eliminare. Abbiamo sulla carta molti punti da raccogliere e spendere in termini di ranking Uefa. Molto dipenderà anche dal Milan e dal suo confronto con l’Atletico di Simeone. Sono comunque ottimista: il calcio italiano è sempre il calcio italiano”.
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